MARGHERITA GUIDACCI
TRE CAMPANULE BIANCHE
ad Annarosa
Poiché il fiore era falso ma la pietra era vera
ci concentrammo sulla pietra:
spigoli schegge macchie asperità.
Ad essa ci aggrappammo, la stringemmo
negando ogni altro scampo.
Pure, nel fondo della mente, ancora
ritornava un effluvio, un tremolio
di petali leggero - tre campanule bianche
nel cantuccio di un quadro di Klee.
Noi cercavamo disperatamente
di non badarvi, e sapevamo bene
che ne saremmo morti.
(da Quindici poesie e sette disegni, Edizioni 32, 1973)
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La poetessa fiorentina Margherita Guidacci è ancora nell’oscurità dell’anima quando scrive questa poesia, ispirata dall’omonimo dipinto di Paul Klee. Quel “male del mondo che si rifletteva in ciascuno di noi” trascina verso il fondo del dirupo, “la stessa realtà quotidiana appare infera" come rileva Maura Del Serra. La bellezza è l’unico mezzo per riscattarsi, per portarsi in salvo oltre il dirupo.
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PAUL KLEE, "TRE CAMPANULE BIANCHE"
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LA FRASE DEL GIORNO
Quando si scrive, in qualche modo si guarisce, ci si libera di quello che c’è d’eccessivo, di soverchiante in noi e che altrimenti ci soffocherebbe.
MARGHERITA GUIDACCI, Poesia come un albero
Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.
1 commento:
Avere una pietra solida cui attaccarsi permette di trovare le campanule bianche e tutti gli altri fiori del mondo.
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