KARIN BOYE
CONFESSIONE
Non sono nata per fare la ribelle
Eppure sono costretta ad esserlo.
Perché il mio destino non è mio soltanto?
Perché mi abbarbico in esso?
Oppure, se ora devo battermi,
perché accade con dolore?
Perché non a suon di musica,
quando infine sono costretta ad osare?
Sangue del mio sangue,
voi che mi avete giudicato duramente
E mi avete ripudiato nella vergogna,
sapevo bene, quando sono stata respinta,
che avevo violato un tutto,
sentivo una comunione santa
dietro le parole di condanna,
sapevo con angoscia: voi siete io –
e m’inchinavo.
Ma dov’ero e mi credevo muta,
udivo gemere la tenebra.
Anime dal luogo delle stesse sofferenze
Respiravano al mio fianco.
Udivo il mio stesso grido d’aiuto
Alzarsi dai deserti più assoluti,
sapevo con angoscia: io sono voi –
e non potevo tacere.
Vile, vile, tre volte vile
Devo però combattere,
cadere a terra e rialzarmi
con tutti i miei nervi in pezzi,
devo sentire come ferro rovente
i giudizi di chi è inesorabile –
e seguire e seguire un fuoco bruciante,
che fiorisce nella tenebra.
(da Poesie, Le Lettere, 1994 – Traduzione di Daniela Marcheschi)
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Una donna per la giornata dedicata alle donne, una poetessa che riflette sulla sua vita e sulla sua ricerca di libertà, che analizza il suo animo in profondità: è la svedese Karin Boye, donna di grande passionalità e di intensi amori. Angosciata dalla propria bisessualità e spesso preda di crisi depressive, si tolse la vita il 24 aprile 1941.
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DIPINTO DI MILT KOBAYASHI
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LA FRASE DEL GIORNO
Certo che fa male quando i boccioli si rompono. / Perché dovrebbe altrimenti esitare la primavera?
KARIN BOYE, Poesie
Karin Maria Boye (Göteborg, 26 ottobre 1900 – Alingsås, 24 aprile 1941), scrittrice, poetessa e critica letteraria svedese. Conosciuta principalmente per i suoi componimenti poetici, sperimentò anche altri generi letterari, come il saggio e il romanzo. L'opera che la rese nota a livello internazionale è il romanzo distopico Kallocaina pubblicato nel 1940.
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