martedì 10 gennaio 2017

La brezza dell’aria pulita

 

ALFONSO GATTO

SULLE FONDAMENTA NUOVE

Aggiorna sulla vetrata, Venezia smuove le porte,
le salme delle preghiere, resta la chiesa soffiata
in una crosta di brina. Fragile, umana, la sorte
che sfiori al primo respiro e ne tintinna vetrina
a spicco dei passi la calle. La prima luce del cielo
t’accosta l’alba alla spalle, ti curva sotto lo sporto
degli archi, in quel cupo ritiro di gatti, di bassifondi
battuti dalla marea. Ti stringi dentro il cappotto
con gli occhi tristi, nel giro dall’uno all’altro più soli.
E sembri giunta a un complotto d’insonni che hanno vegliato
tutta la notte i rimorsi: bevi con mani tremanti
il cielo le nebbie il passato, bevi a piccoli sorsi
il dono di lèggere avanti, lontano, oltre il rigo di fumo
del primo battello che avvia gli insonni della laguna.
Noi tra la povera gente che porta bidoni di latte
vorremmo sul povero amore la brezza dell’aria pulita
che lascia in cielo la luna sparendo nel primo albore.

(da Poesie d’amore, Mondadori, 1973)

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Una Venezia spettrale, gelida, è lo scenario di questa poesia di Alfonso Gatto. Nella città che prende vita e risuona dei rumori dell’alba, la riflessione verte sull’amore tra il poeta e la compagna – si chiarisce in quella prima luce la sua natura. Da notare tecnicamente l’ampiezza del verso, data da ottonari doppi, talora rimati all’interno.

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Sargent

JOHN SINGER SARGENT, “PONTE PANADA, FONDAMENTA NUOVE”

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore volta nell’impegno e nella riuscita del dono, nella volontà e nella grazia, e, in tal senso, deve toccarci.

ALFONSO GATTO, Poesie d’amore, Prefazione




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


2 commenti:

Unknown ha detto...

parole che mi hanno fatto rivivere quella profonda testimonianza d'amore di mia nonna che dopo la morte del suo adorato compagno, Mario il partigiano, ripercorreva a Venezia, lungo le Fondamente Nuove, tutti gli angoli, squarci di storia vissuta con l'unico, inseparabile compagno della sua vita.
E' proprio vero che le vere poesie tracciano storie in comune tra uomini e donne, al di là di ogni data, ogni collocazione storica

DR ha detto...

"Ogni lettore è un altro poeta; ogni testo poetico, un altro testo" diceva Octavio Paz ed è mia convinzione, ormai lo ripeto come un mantra...