Il poeta islandese Jón úr Vör (pseudonimo di Jón Jónsson) nasceva il 21 gennaio 1917 a Patreksfjörður. Poverissimo, in una famiglia con 15 figli, fu dato in affidamento a una coppia di fattori. Dopo aver lavorato nella costruzione di strade, trascorse la sua vita come bibliotecario, redattore radiofonico ed editore. Nel 1946 generò un aspro dibattito in Islanda il suo abbandono – influenzato da anni trascorsi in Svezia e Svizzera - delle forme metriche tradizionali e delle rime, che con il poema ciclico “Il villaggio” diede origine alla corrente modernista dei “poeti atomici”. Morì nel 2000.
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PIENO INVERNO
Ho creduto che invischiassero
rose rosse e bianche
e l'aria profumava dolce
in pieno inverno.
Colei che amavo
camminava verso me.
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TRANQUILLA E SILENZIOSA
Tranquilla candela la luce
nella mano bianca del candelabro,
dolce e in silenzio il sole attraversa
le terre in penombra.
Tante chiacchiere
non cancelleranno la miseria del mondo.
Tranquillo e silenzioso nella terra
il grano diventa pane.
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CIOTTOLI
Ricorda
queste parole minuscole
piccole
pupille levigate dalle onde
della fredda eternità
Mettile una a una
sotto la radice della lingua,
per trovare finalmente
quella
che si scioglie sulle tue labbra
e diventa poesia.
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LA FRASE DEL GIORNO
Ti sei costruito una prigione / con queste parole spogliate di senso. / Non esci più. // Ogni notte tu sogni / che la parola chiave si mormori / attraverso il muro – / e allora ti svegli.
JÓN ÚR VÖR
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