RUBÉN BONIFAZ NUÑO
CHE IO POSSA ESSERE, AMORE, LA SCALA
Che io possa essere, amore, la scala
dove appoggiano i suoi piedi, il torrente
di luce alla sua sete o, soavemente,
il corso in cui la vita si incanala.
Invece sono lo specchio di un’ala
di un angelo diviso, e così sente
di aver bisogno di me e, dolcemente
il suo chiarore il mio dolore uguaglia.
Questo è tutto, amore: solo un riflesso.
Non scala o luce o canale dove
salire, splendere e scorrere lieve.
Soltanto il sogno di uno specchio, spesso
muto, e opaco, dove si annida
sola l'immagine della sua vita.
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Il desiderio di essere qualcosa di più di quello che si è, di poter dare molto più di quello che si è in grado di dare per l’altro: è un’aspirazione umana di amare che proprio da questa umanità è frustrata. L’amore che possiamo dare è solo una piccola parte, dice il poeta messicano Rubén Bonifaz Nuño, il riflesso della nostra mezza ala nello specchio – ed ecco che ritorna ancora una volta il mito platonico delle due metà.
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ALIA E. EL BERMANI, “CASSANDRA”
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LA FRASE DEL GIORNO
Quanta amarezza, amore, quanta ombra / svanisce nella luce con cui mi inondi.
RUBÉN BONIFAZ NUÑO
Rubén Bonifaz Nuño (Córdoba, 12 novembre 1923 – Città del Messico, 31 gennaio 2013), poeta messicano. La sua formazione umanistica lo ha portato verso una poesia di sintesi in cui coincidono rigore classico e parole in libertà, l'oscuro e spesso atroce universo azteco nahuatl e la tradizione greco-romana.
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