EUGENIO MONTALE
LA FELICITÀ
Ieri sentii che l'inverno mi aveva
riservata una sorpresa lieta.
Svelavi ad alta voce i miei pensieri.
- E se la vita fosse un mistero vano?
- Resta nel tuo eliso, non essere crudele
verso quel vago senso di speranza
che a noi, solo, rimane. Ben altro
è la felicità. Esiste, forse,
ma non la conosciamo.
(da Diario postumo, Mondadori, 1991)
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È un Eugenio Montale (1896-1981) ormai anziano quello delle poesie del Diario postumo (sul quale, fin dalla pubblicazione, alcuni critici quali Dante Isella e Giovanni Raboni posero dubbi di autenticità). Comunque sia, l’anziano poeta ha trovato una nuova Musa nella giovane Annalisa Cima e quell’amore ormai irraggiungibile lo porta a una riflessione sulla felicità o meglio sull’illusione della felicità, ripetendo un concetto caro a Gesualdo Bufalino: “La felicità esiste, ne ho sentito parlare”.
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FRANCINE VAN HOVE, “LA TRADUZIONE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Felicità raggiunta, si cammina / per te sul fil di lama.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia
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