GIUSEPPE UNGARETTI
DORMIRE
Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve
Santa Maria La Longa, 26 gennaio 1917
(da L’Allegria, 1931)
.
Devo dire che questa era una delle mie poesie preferite tra quelle di Giuseppe Ungaretti quando ero adolescente. Ora invece la trovo un poco banale, pur apprezzando quella tranquilla pace espressa in analogia con il paese innevato – non si deve dimenticare che il poeta si trovava al fronte, in una pausa dei combattimenti, durante la Grande Guerra. Però queste dieci parole gettano luce su un’altra sua poesia, la celeberrima “M’illumino / d’immenso” (Mattina), scritta quello stesso 26 gennaio di cent’anni fa in quello scenario innevato.
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POL LEDENT, “PAESE INNEVATO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Il mio supplizio / È quando / Non mi credo / In armonia.
GIUSEPPE UNGARETTI, L’Allegria
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.
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