FRANCO FORTINI
LE RADICI
Ormai dopo quest’ora non verrà nessuno,
Così siamo ancora soli, amore,
e per questo riposo vedi
nell’esistere unico, nel limite
che la tua mano ha dall’aria
come la rosa nella sera dell’orto,
quanto ci punge, quanto si disegna
vera e a sé giunge chiara
la storia tremenda ma degna di noi
che il mondo è stato. Ora in fondo alla terra
si nasconde l’acqua tenera
che versi alle piante innocenti.
(da Una volta per sempre, 1963)
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Il senso tragico della storia è alla base della poetica di Franco Fortini: “Una profonda e segreta riserva, la riserva religiosa e marxista dell'utopismo, gli vieta infatti, anche negli anni di più generoso impegno storico, di trattare veramente il reale presente come cosa salda” scrive Pierluigi Mengaldo. Il presente di una sera in giardino con la moglie è impregnato di solitudine, del peso gravoso del passato e dell’attesa di un futuro che ai suoi occhi non può essere altro che negativo.
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VLADIMIR VOLEGOV, “DONNA CON ANNAFFIATOIO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma ti rinnovi tu? Alla luce viva invecchi, / un’ora che ti specchi cerchi e non trovi più.
FRANCO FORTINI, Poesia ed errore
Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.
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