martedì 2 febbraio 2021

Una solida impronta


LEONID MARTYNOV

L’IMPRONTA

E tu?
Entrando in case d’ogni sorta
nelle grigie
e nelle azzurre,
salendo per ripide scale,
in stanze inondate di luce,
porgendo l’orecchio agli accordi dei tasti
e rispondendo a tono alle domande,
dimmi:
che impronta vi lasci?
Un’impronta di quelle
che vengono deterse dal parquet,
di quelle che si guardano di sbieco,
oppure
una solida impronta invisibile,
che rimane nel cuore per molti anni?

(da Nuovi poeti sovietici, Einaudi, 1961 - Traduzione di Angelo Maria Ripellino)

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Qual è l’impronta che lasciamo nelle vite degli altri? Possiamo chiedercelo con il poeta russo Leonid Martynov: lasciamo un’effimera orma, magari sporca, da eliminare subito? Oppure lasciamo un’invisibile ma profonda impronta, di quelle che rimangono per tutta la vita nel cuore?

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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LA FRASE DEL GIORNO
In questo mondo, viviamo tutti a bordo di una nave salpata da un porto che non conosciamo, diretta a un porto che ignoriamo; dobbiamo avere per gli altri una amabilità da viaggio.
FERNANDO PESSOA, Il libro dell’inquietudine




Leonid Nikolaevič Martynov (Omsk, 22 maggio 1905 – Mosca, 22 giugno 1980), poeta russo. Ha dedicato gran parte dei suoi versi alla natia Siberia. Dotato di vena semplice e schietta, ha trasposto nei suoi versi, ora allegorici, ora fantastici, l'amore per la natura e per una umanità semplice e moralmente libera.


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