lunedì 22 febbraio 2021

Nella gioia d’amore


BERNART DE VENTADORN

CANTARE NON VALE PROPRIO NULLA

Cantare non vale proprio nulla
se il canto non viene dal cuore,
e il canto non può venire da un cuore
che sia privo di sincera
fin’amor.
Per questo il mio canto è eccellente,
perché nella gioia d’amore ho e rivolgo
la bocca e gli occhi e il cuore e la mente.

Dio non mi doni mai il potere
di sciogliermi da desiderio d’amore.
Se anche sapessi di non ottenere nulla
e ogni giorno me ne venisse affanno
sempre almeno avrò cuore sincero,
traendo piacere molto più grande
da questa ferma volontà d’amare.

Condannano amore per ignoranza
i folli, ma questo non gli reca danno,
perché amore non può decadere
se non è amore volgare.
Perché questo non è amore:
ne ha solo il nome e la parvenza,
perché non ama se non ha guadagno.

Se io volessi dire il vero
potrei dirvi da chi muove l’inganno:
da quelle che amano per denaro
e sono mercantesse venali.
Fossi io menzognero e falso!
Ma dico la verità, villanamente,
e mi pesa di non mentire.

Nell’accordo e nel volere
è l’amore di due nobili amanti.
Non ne può venire alcun bene
se il volere non è uguale:
ed è folle per natura
chi riprende la donna per ciò che desidera
e le chiede ciò che non le piace.

Bene ho riposto la mia speranza
quando mi mostra amabile volto
colei che più desidero e voglio vedere,
nobile, dolce, cortese e leale,
che al re stesso darebbe salute,
bella e gentile, dal corpo perfetto,
che così ricco mi ha fatto dal nulla.

Nulla amo più di lei, e nulla più temo,
e nulla sarebbe affanno per me
se solo piacesse alla mia donna,
e mi sembra Natale quel giorno
che con i suoi occhi belli e spiritali
mi guarda, ma in modo così lento
che un sol giorno mi dura come cento.

Il vers è nobile e perfetto,
eccellente per chi ben l’intende,
ancora migliore per chi attende gioia.
Bernart de Ventadorn l’intende
e lo dice e lo fa, e ne attende gioia.

(da Canzoni, a cura di M. Mancini, Carocci, Roma 2003)

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Il trovatore aquitano Bernart de Ventadorn lega strettamente il canto e la sua concezione d’amore – quello cortese, la fin-amor che implica la nobiltà di cuore: e dunque non è possibile cantare se il cuore non alberga in sé l’amore puro, quello che proviene dalla più profonda corresponsione tra l’amata e l’amato.

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ROBERT CARRIERE-BELLEUSE, "TROVATORE A RIPOSO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Ahimè! tanto credevo sapere d’amore, e tanto poco ne so! ché non posso tenermi d’amare quella da cui nulla mai otterrò.
BERNART DE VENTADORN, Canzoni




Bernart de Ventadorn (Moustier-Ventadour, 1135 – Abbazia di Dalon ?, 1195), fu uno dei più celebri trovatori in lingua occitana. È considerato uno dei più grandi interpreti dell’amore cortese (fin’amor). L’amore in Bernart è sempre all’insegna della tristezza e dello sconforto, giacché il sentimento per la dama non è ricambiato e rari  sono gli squarci di gioia serena.


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