NIKIFÒROS VRETTÀKOS
RICOMPOSIZIONE
Scrivendo, cerco di far entrare nelle mie parole
il giorno con il suo amore. Il sole, le stelle,
le cose – nella poesia tutto deve girare
come avviene nell’universo.
Qui luce e qui palpebre in un cerchio più piccolo,
in una sfera, una forma di libro che sarà
cerchio e sfera e infinito. Farò entrare tutto
il mondo e intatte le sue pallide linee,
l’armonia in sé, illuminata da una
bontà universale – elevando
linee e colori.
Cerco di fare un mondo a cui nulla
mancherà. Un mondo com’era
prima della corruzione. Prima ancora
che Caino uccidesse Abele. Che le mie parole zampillino
acqua ed erba. Zampillino vivente
silenzio e sorriso.
(da L’abisso del mondo, 1961 - Traduzione di Gilda Tentorio)
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Il poeta è un costruttore di mondi: le sue parole provano a racchiudere l’universo, a ricostruirlo, a ricomporlo. Ed è così che il poeta greco Nikifòros Vrettàkos si vede nell’atto della scrittura, un abile creatore di un sistema copernicano puro e incorrotto: “Adesso sono capace di esprimere / la sua armonia con una poesia. / Prenderò una pagina bianca, / e metterò in fila la luce”.
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FOTOGRAFIA © WALLPAPER XS
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia nasce / insieme alle cose, insieme all’amore, / insieme al dolore.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, L’abisso del mondo
Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli.
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