GIUSEPPE UNGARETTI
NOTTE DI MAGGIO
Il cielo pone in capo
ai minareti
ghirlande di lumini.
(da L’Allegria, 1931)
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“Alcuni vocaboli deposti nel silenzio come un lampo nella notte, un gruppo fulmineo d’immagini, mi bastavano a evocare il paesaggio sorgente d’improvviso ad incontrarne tanti altri nella memoria” scrive Giuseppe Ungaretti riguardo all’ispirazione di alcune brevi poesie scritte poco prima della guerra e inserite poi nella raccolta L’Allegria: questa Notte di maggio, ad esempio, dove basta un’immagine di luci parigine nel buio per ricreare il miraggio della natia Alessandria d’Egitto, “un abbraccio di lumi nell’aria torbida / sospesi” visti dal bastimento che lo condusse via.
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FOTOGRAFIA © SKS
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LA FRASE DEL GIORNO
E come portati via si rimane.
GIUSEPPE UNGARETTI, L’Allegria
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.
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