WISŁAWA SZYMBORSKA
CADENTI DAL CIELO
La magia se ne va, benché le grandi forze
restino al loro posto. Nelle notti d’agosto
non sai se la cosa che cade sia una stella,
né se a dover cadere sia proprio quella.
E non sai se convenga bene augurare
o trarre vaticini. Da un equivoco astrale?
Quasi non fosse ancor giunta la modernità?
Quale lampo ti dirà: sono una scintilla,
davvero una scintilla d’una coda di cometa,
solo una scintilla che dolcemente muore –
non io sto cadendo sui giornali del pianeta,
è quell’altra, accanto, ha un guasto al motore.
(da Ogni caso, 1972– Traduzione di Pietro Marchesani)
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10 agosto, San Lorenzo. La data che la tradizione affibbia alle “stelle cadenti”, che invece l’astronomo forse con tono un po’ pedante vi dirà chiamarsi Perseidi, pioggia meteorica visibile dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto con un picco il 12. Il poeta di solito si affida invece ad altro, alla magia, al fascino romantico: ricorderete il celeberrimo X agosto pascoliano “E tu, Cielo, dall'alto dei mondi / sereni, infinito, immortale, / oh! d'un pianto di stelle lo inondi / quest'atomo opaco del Male!” o il Paradiso dantesco: “Quale per li seren tranquilli e puri / discorre ad ora ad or subito foco, / movendo li occhi che stavan sicuri, / e pare stella che tramuti loco, / se non che da la parte ond'e' s'accende / nulla sen perde, ed esso dura poco…”. Non vede (più?) la magia invece la disincantata Wisława Szymborska: il Premio Nobel polacco si avvicina allo scienziato, gli tende la mano con la sua garbata ironia.
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BOB & MARIE BRETZ, “CATCH A FALLING STAR”
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LA FRASE DEL GIORNO
Quanno me godo da la loggia mia / quele sere d'agosto tanto belle / ch'er celo troppo carico de stelle / se pija er lusso de buttalle via, / ad ognuna che casca penso spesso / a le speranze che se porta appresso.
TRILUSSA
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