FEDERICO HERNÁNDEZ AGUILAR
ISTRUZIONI PER SEDURRE UNA PAROLA
Come se bruciasse
ponila al centro della mano.
Con l’unghia del dito medio
con dolcezza e ardore
levale l’odore di semantica,
così da denudare la sua spalla.
Ricordati di parlarle calmo,
senza inganni,
lodando la sua determinazione
o la sua pigrizia
finché lei stessa smetta di muoversi
come un lombrico.
Toccala,
ammira le bontà del suo istinto,
lascia che senta il calore della tua arroganza.
Non dirle troppo presto
quale verso la richiede.
Non spaventarla con le tue ansie.
Frequenta i suoi multipli ombelichi
e sussurrale che la preferisci,
che non le accadrà nulla,
che ti conoscono là
da dove è venuta.
Accertati che il suo respiro affannato
sia diminuito
prima di passare la punta delle dita
sulle tempie arrossate.
Inumidendo ogni poro
prendila senza paura nelle tue mani.
Immagina i suoi peli rizzarsi.
Accondiscendi,
viziala
e così,
come si trasporta un uccello ferito,
porta la sua innocenza alla scrivania,
all’infinita pagina bianca!
(da Apología del cinismo, 2001)
.
I poeti sanno quanta cura ci voglia nel ricercare la parola giusta, nell’incastonarla esattamente nel verso, soprattutto se deve sottostare alle regole della metrica o della rima. Lo sa naturalmente anche il poeta salvadoregno Federico Hernández Aguilar che si immagina tutto un gioco di seduzione per blandire una parola e convincerla ad entrare in una poesia.
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FOTOGRAFIA © THEMESCOMPANY
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LA FRASE DEL GIORNO
Vola alta, parola, cresci in profondità, / tocca nadir e zenith della tua significazione, /
giacché talvolta lo puoi.
MARIO LUZI, Per il battesimo dei nostri frammenti
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