LOUIS SCUTENAIRE
I VOLTI DELL’AMORE
Un uomo aveva due donne. Affinché sperimentassero per un po’ la vita selvaggia e godessero il fascino dei boschi, ne mise una nella foresta di Saint-Germain e l’altra in quella di Fontainebleau.
Poi, tornò alle sue faccende. Ne fi così assorbito da dimenticare quelle due creature. Arrivarono la neve, il freddo, il vento.
Una sera, l’uomo si ricordò. Corse subito dalle poverette che ritrovò quasi completamente morte d’angoscia e di fame.
La prima si gettò piangendo tra le sue braccia: «Ah, mi avevi dimenticata!». La seconda sorrise con tenerezza: «Ah, ti sei ricordato di me!».
(Traduzione di Paola Décina Lombardi)
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Il poeta surrealista belga Louis Scutenaire si serve di un apologo per descrivere i due volti dell’amore. Non è questione di logica, di giustizia, di etica l’amore. Chi può dire se in una storia ci comporteremmo come la prima donna che quasi sdegnata piange e pone se stessa al centro della coppia o come la seconda che sorride sollevata e pone l’altro al centro? Oppure se ancora il volto del nostro amore sia una via di mezzo, un compromesso paritetico? Ogni amore è storia a sé.
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PAUL ELIE RANSON, “DEUX JEUNES FILLES DEVANT LA TÊTE D'ORPHÉE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni amore procede dal vedere: l’amore intellegibile dal vedere intelligibilmente; il sensibile dal vedere sensibilmente.
GIORDANO BRUNO, De gli heroici furori
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