ÁNGEL CRESPO
COME L’ALLODOLA
Come, di sera, l'uccello
cade dalla terra sull'aria,
vibra le ali per non
continuar la caduta,
e sale finalmente al suolo
- così sprofondo nel mare
delle parole, giù,
mi sbraccio per non
continuar la caduta, e salgo
finalmente al silenzio.
(Traduzione di Oreste Macrì)
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Quella con le parole è una dura lotta per il poeta e critico spagnolo Ángel Crespo, traduttore di Dante, Petrarca e Pessoa: “In conflitto con la parola, / là: / litigo, m'azzuffo / fino a che schizza il sangue”. E l’analogia scelta per significare l’immergersi nelle parole – Crespo praticò il “realismo magico” come García Marquez – risulta onirica, appartiene al territorio dell’immaginazione e della fantasia: l’allodola, uccello passeriforme dal volo particolare: infatti sale fino a qualche centinaio di metri di altezza per poi picchiare verso terra ad ali chiuse, riaprendole solo in prossimità del suolo.
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FOTOGRAFIA © MOORHEN
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LA FRASE DEL GIORNO
Nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle.
GUSTAVE FLAUBERT, Madame Bovary
Ángel Crespo (Ciudad Real, 18 luglio 1926 – Barcellona, 12 dicembre 1995), poeta e critico letterario spagnolo. Intellettuale della Generazione del '50, tradusse in spagnolo Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Fernando Pessoa. Dall'iniziale realismo esistenziale passò al postsurrealismo e poi all'umanismo trascendente.
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