giovedì 18 agosto 2022

Il carnato del cielo


GIUSEPPE UNGARETTI

TRAMONTO

Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore.

Versa, il 20 maggio 1916

(da Il porto sepolto, 1916, poi in L’Allegria, 1931)

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Era già l'ora che volge il disio / ai navicanti e 'ntenerisce il core”, l’ora del tramonto che colpisce Dante nell’VIII canto del Purgatorio ugualmente addolcisce il viaggio di un altro “peregrin d’amore”, il girovago Giuseppe Ungaretti che “in nessuna parte di terra” si può accasare, e che in quel momento si trova addirittura in zona di guerra, nelle trincee italiane lungo l’Isonzo: basta un tramonto primaverile con la sua struggente bellezza a risvegliare il sentimento sopito, a “godere un solo / minuto di vita / iniziale”.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Mi genera / ogni attimo d’universo.
GIUSEPPE UNGARETTI, Versi tagliati da “Notte bella”, in L’Allegria




Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


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