sabato 11 giugno 2022

Non avere mente


LOUISE GLÜCK

IL PAPAVERO ROSSO

Il bello
è non avere
mente. Sentimenti:
oh, quelli ne ho; mi
governano. Ho
un signore in cielo
che si chiama sole, e mi apro
per lui, mostrandogli
il fuoco del mio cuore, fuoco
come la sua presenza.
Cosa potrebbe essere una simile gloria
se non un cuore? Oh, miei fratelli e sorelle,
eravate come me una volta, tanto tempo fa,
prima che foste umani? Vi
concedeste di
aprirvi una volta per non
aprirvi mai più? Perché in verità
adesso io sto parlando
come voi. Parlo
perché sono disfatto.

(da L'iris selvatico, 1992 - Traduzione di Massimo Bacigalupo)


L’iris selvatico è la raccolta di Louise Glück in cui a cantare è un intero giardino in cui la poetessa statunitense Premio Nobel 2020 insegue una “divinità” o meglio una “presenza celeste”. Con lei dialogano i fiori: l’effimero ed elegante papavero rosso è il portavoce dell’apertura verso l’esterno a scapito dello sguardo verso l’interno, il suo suggerimento è quello di abbandonare la mente per il sentimento. Ma questo atteggiamento, se nega il solipsismo, cade nell’eccesso opposto, quello del cieco abbandono, della mancanza di autonomia, della sottomissione al potere, della perdita del sé.

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FOTOGRAFIA © REALWORKHARD/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Sono attratta dai puntini di sospensione, dal non detto, dalla suggestione, dal silenzio eloquente e deliberato. Il non detto, per me, esercita un grande potere: spesso vorrei che si potesse fare un'intera poesia con questo vocabolario.
LOUISE GLÜCK, American Poetry Review, n. 5, 1993




Louise Elisabeth Glück (New York, 22 aprile 1943), poetessa statunitense nata da famiglia ebrea ungherese. È stata premiata con il Pulitzer nel 1993 ed è stata Poeta Laureato del Congresso nel 2003. Per anni lettrice d’inglese al Williams College, ora insegna a Yale. Nel 2020 è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura.


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