Alle 5.30 di questa mattina, con l’equinozio, siamo entrati ufficialmente nella primavera. Il risveglio della terra è cantato dai poeti con accezioni diverse: Luciano Erba ne coglie la sorpresa, con ironia; Alda Merini traccia un parallelo tra la primavera e la sua esuberanza; Ernestina de Champourcín scorge nel rifiorire un sensuale atto d’amore.
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LUCIANO ERBA
DAL TRENO
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è in primavera quando le robinie
quando i sambuchi usciti dall'inverno
danno assalti di fiori e di fogliame
alle villette dei capistazione
è in primavera
ma sì, a Voghera
(da Nella terra di mezzo, 2000)
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ALDA MERINI
SONO NATA IL VENTUNO A PRIMAVERA
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
(da Vuoto d’amore, 1991)
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ERNESTINA DE CHAMPOURCÍN
PRIMAVERA
Tutta la primavera dormiva tra le tue mani!
Hai suscitato con un gesto la festa delle rose
e hai innalzato, folle,
la saetta di luce che impregna le strade.
Tutta la primavera!
Fervori dell’istante trafitto di boccioli,
grazia timida e leggera del profumo senza traccia,
carezze che aprono il sesso delle ore.
Sgorgarono da i tuoi palmi in estasi gioiosa
i trilli e le brezze. E il tuo gesto segreto
ha destato in rossori la pubertà del mondo.
Ogni cosa per te! Perché le tue mani lente
hanno brevemente cinto la mia carne fremente,
perché sfiorando il mio corpo
hai svegliato un fiore che porta la primavera.
(da Cantico inutile, 1936)
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LA FRASE DEL GIORNO
Donna Primavera / dalle mani gloriose, / fa’ che per la vita / riversiamo rose.
GABRIELA MISTRAL
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