mercoledì 16 marzo 2016

Parola, vestito regale

 

OL’GA SEDAKOVA

PAROLA

E colui che ama sarà riamato.
Chi serve, sarà servito -
se non ora, un giorno che verrà.

Meglio per colui che si riconosce grato,
e avendo servito se ne va lieto,
senza Rachele, per le verdi colline.

Ma tu, parola, vestito regale,
abito della lunga, breve pazienza,
più alto del cielo, più del sole allegro.

I nostri occhi non vedranno
il tuo colore innato,
l’ampio fruscìo delle tue pieghe
non sentiranno le orecchie dell’uomo,

solo il cuore dirà tra sé medesimo:
- Libere siete, e libere sarete,
e innanzi a schiavi non risponderete.

(da Vecchi canti - Primo quaderno 1979-1980 - Traduzione di Adalberto Mainardi)

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Sono versi - quasi un salmo apocrifo - che inneggiano alla forza della poesia questi scritti dalla poetessa russa Ol’ga Sedakova: la parola emerge per essere riconosciuta, per risplendere nel suo vestito regale (“Quello che mi stimola è l’intensità di ogni singola parola” disse in una intervista) e il lettore è in grado di interpretarle se è sulla stessa lunghezza d’onda di quella intensità, soltanto allora le parole gli si riveleranno.

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Flan

DIPINTO DI MIKE FLAN

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LA FRASE DEL GIORNO
Chi ama la parola, questi la conosce, / chi ama il suono, lo ode risuonare.
OL’GA SEDAKOVA




Ol'ga Aleksandrovna Sedakova (Mosca, 26 dicembre 1949), poetessa, scrittrice, traduttrice e saggista russa. Erede della tradizione poetica russa del Novecento, ha fatto parte del movimento della "seconda cultura", esprimendo attraverso i suoi scritti l'appartenenza ad un orizzonte alternativo rispetto a quello sovietico e legato ad un intreccio originale di elementi folkloristici e religiosi.


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