KARMELO C. IRIBARREN
LA RAGAZZA DELLA PENSILINA
Esce dalla pensilina e guarda
verso sinistra:
rientra e ricomincia il suo ticchettio nervoso.
Non ce la fa più, ne muore, ha bisogno
che arrivi l’autobus, la vita, tutto
ciò che questa le ha riservato.
E ne ha bisogno ora, adesso, questo sabato sera.
Domani è una chimera, una finzione,
un pianeta lontano anni luce.
Esce di nuovo, guarda e si consuma di desiderio.
È terribilmente sfortunata un secondo
e al successivo – arriva l’autobus finalmente – ride
e sembra che albeggi nel mondo.
La guardo e penso
che anche solo per questo,
per questa forza, per provare
ciò che proprio adesso lei sta provando,
vale la pena vivere.
(La chica de la marquesina, da Ola de frío, Renacimiento, 2007)
.
“Per cosa vale la pena vivere? Non lo so, se lo sapessi ve lo rivelerei. Anzi: direi per il tai chi, per una chitarra Fender, una Harley Davidson e un Porsche gialla” – oppure e anche meglio, senza per questo sminuire le citate parole di Lou Reed, vale la pena vivere per le emozioni che la vita ci regala, per l’ansia compagna del desiderio, per l’euforia che subentra, per le piccole grandi cose di ogni giorno, perché tutti noi siamo come la ragazza protagonista della poesia di Karmelo C. Iribarren.
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CARLIN BLAHNIK, “WOMAN BOARDING AT TH BUS STOP”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ho guardato la vita in faccia / e lei mi ha ricambiato lo sguardo.
KARMELO C. IRIBARREN
Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, 19 settembre 1959), è un poeta spagnolo, autodidatta. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”.
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