TISHANI DOSHI
POESIA D’AMORE
Alla fine, qualcosa ci farà
allontanare. Vorrei sperare in qualche grande
circostanza – la morte o un cataclisma.
Ma potrebbe anche non essere per niente così.
Potrebbe essere che tu esca
un mattino dopo aver fatto l’amore
per comprare le sigarette, e per non tornare più,
o che io m’innamori di un altro.
Potrebbe essere un lento abbandono all’indifferenza.
Ad ogni modo, dovremo imparare
a sopportare il peso dell’eventualità
che qualcosa ci farà allontanare.
Allora perché non cominciare adesso, mentre la tua testa
riposa come una luna perfetta nel mio grembo
e i cani guaiscono sulla spiaggia?
Perché non strappare il cielo
di questa notte indiana, solo un po’,
così che inizi la caduta? Poiché dopo, incontrandoci
per le strade, dovremo guardare
dall’altra parte, dopo aver gettato
i frammenti negletti del nostro essere insieme
nei cassetti della camera da letto, quando l’odore
dei nostri corpi sta svanendo come la dolce
marcescenza dei gigli – allora come lo chiameremo,
quando non sarà più amore?
(da Dolce marcescenza, Paramankeni Press, 2005 - Traduzione di Carlo Pizzati)
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Non sembra una “Poesia d’amore” come da titolo, questa della poetessa indiana di madre gallese Tishani Doshi. Sembra piuttosto una dolorosa presa di coscienza della possibilità che il reale si trasformi, che quello che oggi è certezza domani non sia più. Eppure risiede probabilmente lì la salvezza, in quel cercare l’ombra nella felicità, l’esatto opposto del carpe diem oraziano.
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IMMAGINE © LITTLEPAWZ/TUMBLR
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LA FRASE DEL GIORNO
Per me, la poesia, è la prima fase dell’amore, l’amore ossessivo, la prosa è un lungo e – si spera – soddisfacente matrimonio e il giornalismo è l’incontro di una notte.
TISHANI DOSHI, Wales Arts Review, 2 aprile 2013
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