ADEL KARASHOLI
DANZA SUL FILO
E così mi parlò Abdullah
L’ignoto è alla tua destra
E l’ignoto è alla tua sinistra
Perché stai danzando su un filo
E disse
La domanda è d’intralcio per la domanda
Così pure la risposta per la risposta
Perché stai danzando su un filo
E disse
Né l’Oriente è Oriente
Né l’Occidente è Occidente dentro di te
Perché stai danzando su un filo
E disse
Chiudi gli occhi
E corri più veloce che puoi
Perché stai danzando su un filo.
(Seiltanz, da Also sprach Abdulla, 1995 - Traduzione di Lorenzo Mari)
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“Ho vissuto e tuttora vivo in due mondi, due culture che possiedono differenti sistemi di comunicazione. In relazione alla cultura, possiedo una doppia identità”. C’è una dualità di fondo nel poeta siriano Adel Karasholi: quella dell’emigrato innanzitutto, esule dal 1959 e stabilitosi a Lipsia, in Germania, dal 1961; poi quella della lingua: Karasholi passa dall’arabo al tedesco per elaborare nella loro stessa lingua i segnali ricevuti dal mondo in cui è immerso. Questi versi esprimono bene quella dualità, ma vanno anche oltre: ognuno di noi danza spesso su un filo e non riesce a distinguere le cose, tutto intento com’è a non perdere l’equilibrio.
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ROWEIG, “THE TIGHTROPE WALKER”
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LA FRASE DEL GIORNO
Dico alla poesia / ed alla poesia soltanto / sii un'ape / vola avanti e indietro / di giglio in giglio / di sponda in sponda / di attimo in attimo / così leggera, così instancabile.
ADEL KARASHOLI
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