FERNANDO BANDINI
MALTEMPO
Mia ballata che hai cuore apocalittico
e saturnini nervi,
che disprezzi la carta stampata
e i suoi scribi consideri dei servi,
da un pezzo i giornali annunciavano
che il bel tempo è finito.
E dicevano il vero: giù nell’orto
avevo già sentito
arrivare il primo pettirosso.
Io faccio quanto posso
perché tu, mia ballata, ti rincuori
ma la casa è piena di lunghi e tetri
silenzi, di rancori.
Vedo attraverso i vetri
un foglio di giornale che la pioggia
ha incollato all’asfalto:
sono fradice e spente, non più valide
(fossero vere o false) le ragioni di ieri.
Tu, mia ballata che non disperi,
rampichi vecchie scale.
Cosa cerchi in soffitta? La crisalide,
nascosta fra le travi, della stella cometa
di un lontano Natale?
(da Dietro i cancelli e altrove, Garzanti, 2007)
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Una delle occupazioni principali di certi giornalisti televisivi (a parte mettere il microfono sotto il naso della vittima di turno e chiedere senza alcuna compartecipazione “Lei cosa prova?”) è quella di stupirsi e meravigliarsi del primo caldo (“L’effetto serra”) o dei primi naturalissimi freddi (“Fa davvero molto freddo” – sì, gioia mia, ieri facevamo il bagno e oggi c’è la pioggia, ma vedi, è novembre!). Il poeta vicentino Fernando Bandini trova in questo maltempo autunnale le sue malinconie e le sue tristezze, ma la poesia non può essere che speranza, non può che albergare in quella crisalide che un giorno di primavera si trasformerà in farfalla (o a Natale scintillerà sul presepio).
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EVGHENIJ LUSHPIN, “RAINY MORNING”
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LA FRASE DEL GIORNO
Fossero i miei versi quello che la neve / è per i bambini quando si svegliano / e guardano dal vetro sbalorditi la lieve / polvere caduta da lontani mondi.
FERNANDO BANDINI
Fernando Bandini (Vicenza, 30 luglio 1931 - 25 dicembre 2013), poeta, scrittore e docente italiano di stilistica e metrica presso l'Università di Padova. Aveva la capacità di scrivere non solo in italiano ma anche nel dialetto vicentino e in latino, lingua che aveva appreso nonostante non avesse praticato studi classici.
2 commenti:
I quadri di Evgeny Lushpin sono magici.
Sembra di essere in un universo parallelo.
È vero: mi piacciono per quel motivo. Una volta avevo scritto che mi piacerebbe essere dentro quei dipinti, prendere un caffè in quei bar tinti di luce gialla, passeggiare in quei crepuscoli infiniti, viverci insomma.
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