KATE CLANCHY
INCANTESIMO
Se, al tuo scrittoio, metti da parte il lavoro,
prendi giù un libro, cerchi questi versi
e leggi che io sto lì in ginocchio, l'orecchio
contro il tuo petto dove i muscoli
si inarcano come grossi tomi che si aprono, in curve
di gabbiani, attraverso le onde sonore del tuo cuore,
e che mi passi le dita fra i capelli,
sfilando dalla massa ribelle ciocche
sottili come segnalibri di seta scarlatta,
e mi accarezzi le guance come se lisciassi
veline tra rigide illustrazioni,
e mi tiri verso di te
per leggermi solo negli occhi, vedrai,
in monocromo argento, te stesso,
seduto al tuo scrittoio, prendere giù un libro,
cercare questi versi, e allora, amore,
non saprai chi di noi due legge
ora, chi scrive, e chi è scritto.
(da Poesia, n. 300, Gennaio 2015 - Traduzione di Giorgia Sensi)
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Incantesimo non è solo il bel rapporto tra la poetessa e l’amato – in questo caso la scrittrice scozzese Kate Clanchy: certo, la poesia nasce in quel rapporto a due, ma vale per ogni opera scritta, per ogni poeta e per ogni lettore, a partire da quel concetto a me caro formulato dal Premio Nobel messicano Octavio Paz: “Ogni lettore è un altro poeta; ogni testo poetico un altro testo”. Incantesimo è ogni volta che leggiamo una poesia ed entriamo nel mondo creato del poeta, nelle sue emozioni e nei suoi sentimenti, come degli esploratori che indagando in terre sconosciute riescono a comprendere meglio le proprie.
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BRIGIT GANLEY, “THE DRAMATIST”
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia si versa in noi, è acqua che riempie il vuoto dell’anima.
V. GRANIERO, V. MORETTI, D. RIVA, C. TALAMO, Uno, doje, tre e quattro
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