venerdì 9 novembre 2012

Anelando l’invisibile


ODYSSEAS ELYTĪS

I FRATELLASTRI, III

Uomo, tuo malgrado
Malvagio - per poco non è altra la tua sorte.
Se almeno davanti a un fiore sapessi
Comportarti
Giustamente, avresti tutto. Perché dal poco,
Anche dall’uno talvolta – come nell’amore -
Conosciamo il resto. Ma la folla resta
Solo sulla superficie delle cose
Tutto vuole e prende e non le rimane nulla.

È già arrivato il pomeriggio
Sereno come a Mitilene o in un quadro
Di Theofilos, fin là a Eze,a Cap-Estel,
Insenature dove il vento assesta bracciate
Una tale trasparenza
Che tocchi le montagne e continui a vedere l’uomo
Che era passato ore prima
indifferente e che ormai dev’essere arrivato.
Dico: sì, devono essere arrivati
Al loro termine la guerra e il Tiranno nella sua caduta
E la paura dell’amore davanti alla donna nuda.
Sono arrivati, sono arrivati e solo noi non vediamo
A tentoni ci scontriamo di continuo con i nostri fantasmi.

Angelo tu che voli qui intorno
Sofferente e invisibile, prendimi per mano
Sono dorate le trappole degli uomini
Ed io non posso che restare con quelli di fuori.

Perché anche l’Invisibile lo sento presente
L’unico che io chiami Principe, quando
La casa tranquillamente
Ancorata nel tramonto
Manda bagliori
E come in un assalto un pensiero
S’impone d’un tratto mentre altrove andavamo.

(da I fratellastri, 1974 – Traduzione di Filippomaria Pontani)

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Il poeta greco Odysseas Elytīs, Premio Nobel 1979, anelava a una liberazione delle coscienze attraverso i valori etici per riuscire a raggiungere il mistero metafisico della vita. In questi suoi versi mi sembra di leggere una summa del suo pensiero che, teso alla ricerca di quell’invisibile che è il fine della sua poesia, si deve tuttavia confrontare con il mondo degli uomini e con le loro miserie e malvagità. Eppure basterebbe poco, dice Elytis, per elevarsi: la contemplazione di un fiore, la conoscenza dell’Altro – che poi è la base principale dell’amore, l’andare al di là della superficie per conoscere la profondità dell’essere.

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  image

ANA MARIA EDULESCU, “OIA BEFORE SUNSET”

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LA FRASE DEL GIORNO
Risplende dentro di me tutto quel che ignoro. E tuttavia risplende.
ODYSSEAS ELYTĪS, Incenso al migliore




Odysseas Elytīs, pseudonimo di Odysseas Alepoudellīs (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996), poeta greco, tra i maggiori Surrealisti, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1979 per “il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia”.


2 commenti:

Vania ha detto...

..è difficilina per me (il particolare)..ma ho compreso il senso.

...vorrei solo aggiungere che alle volte l'uomo calpesta il fiore che ha davanti al suo piede.:(

ciaoo Vania:)

...un colpo di colore il dipinto:)

DR ha detto...

poesia è tentare di cogliere quell'invisibile, come si riesce nell'amore o nella contemplazione della bellezza