La nebbia è un elemento ben conosciuto alle genti del nord: un velo che scende improvviso e cela tutto quanto, annulla il paesaggio rendendolo simile a un’informe bolgia dell’Inferno dantesco. Un disastro per chi circola in auto e si trova all’improvviso accecato in questo “buio chiarore”. Eppure la nebbia ha una sua poesia: scende come una metafora del nostro passato e del nostro futuro, il primo avvolto dal tempo a cancellare i ricordi, il secondo informe e indefinito allo stesso modo. “Ricordi il gioco dentro la nebbia / tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là” recita una delle più note canzoni di Roberto Vecchioni, “Luci a San Siro”. Ecco un altro aspetto della nebbia: nasconde questo mondo che troppo spesso ci soffoca e al contempo ci nasconde al mondo nel suo bozzolo freddo. Poi arriva il sole ad asciugarla o sopraggiunge il vento a spazzarla via, e tutto ritorna com’era…
CORRADO GOVONI
EFFETTO DI NEBBIA
Nella nebbia luminosa del mattino
la casa dolcemente indietreggia e s'appanna;
si piegan sullo stelo, nel giardino,
dolci fiori di spuma e di manna.
(da Il quaderno dei sogni e delle stelle, 1924)
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GIUSEPPE ROSATO
ANCORA IL TRENO
del riso, ancora romba sui passaggi,
fischia come in un sogno alla campagna.
S'avverte il trapassare dei paesaggi
da un grigio, grigio nero, luce, buio,
e la notte più densa quando il mare
s'incurva e s'allontana, quando il segno
del nostro sud si lascia dietro ad esso
e la pianura ha luci troppo rade,
troppo chiuso silenzio.
Il treno pare
caduto all'improvviso, ora la nebbia
innalza dietro a noi tacitamente
una soglia già tesa ad aspettarci.
(da Ars oratoria e altro, 1974)
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LA FRASE DEL GIORNO
La nebbia a gl’irti colli / piovigginando sale / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mare.
GIOSUE CARDUCCI, San Martino
LA FRASE DEL GIORNO
La nebbia a gl’irti colli / piovigginando sale / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mare.
GIOSUE CARDUCCI, San Martino
Corrado Govoni (Tàmara, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965), poeta e scrittore italiano. Dopo una prima esperienza crepuscolare aderì al futurismo, staccandosene in seguito per proseguire su una strada più personale, capace di coniugare toni crepuscolari, liberty e simbolisti.
Giuseppe Rosato (Lanciano, 14 maggio 1932) è un poeta, scrittore e critico letterario italiano. Dopo essersi laureato all'Università di Pavia, debutta come poeta con la raccolta L'acqua felice (1957). In seguito pubblicherà numerosi libri di versi, in lingua e dialetto, di narrativa, di prose, di aforismi, oltre ad operine satiriche e parodistiche.
7 commenti:
La nebbia qui a Ravenna, la mia città, è una realtà ed è davvero affascinante guardarla e come hai detto te annulla il paesaggio e lo rende anche sfumato senza contorni definiti.
Credo che la poesia racconti meglio la nebbia quindi non posso che ammirare silenziosamente questo post.
eh, la conosciamo bene la nebbia: infida e amica insieme... la sintetizza bene quel "grigio, grigio nero, luce, buio" della poesia di Rosato.
non conoscevo questo Autore - e la sua poesia è davvero stupenda (grazie Daniele: mi fai spesso scoprire e condividere "nuovi mondi" poetici)
È un abruzzese di Lanciano, nato nel 1930. Mi piace cercare la poesia che si nasconde...
Odio la nebbia fredda di questi giorni, ma ho adorato oltre ogni limite quella "coccolosa" e quasi "tiepida" di metà novembre.....
Mah, Buba, credo che sia perché ci sentiamo già proiettati verso la primavera.
la nebbia preme...scaccia pensieri e paure !!!
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