Statistiche web

venerdì 15 gennaio 2010

Haiti

“Io descrivo ciò che sembra inaccettabile”. Risuonano come una triste profezia queste parole, che sono il motto dello scrittore haitiano Lyonel Trouillot.

Il paese, i 27.700 chilometri quadrati più poveri dell’intero continente americano toccati in sorte a nove milioni di abitanti, ha non solo una travagliatissima storia di dittature e di colpi di stato, ma deve anche dividere l’isola di Hispaniola su cui si trova con la ricca e turistica Repubblica Dominicana, stesso numero di abitanti e superficie doppia, storia meno intensa e migliore fortuna con gli eventi naturali.

Ora, la catastrofe si è abbattuta su Haiti: come se non bastassero i quattro uragani che nel 2008 seminarono morti e carestia. Il terremoto di 7.0 gradi sulla scala Richter che ha colpito Port-au-Prince radendola al suolo e provocando un numero di vittime stimato in mezzo milione, ha avuto una potenza trenta volte superiore al sisma dell’Aquila che ci ha tanto impressionato.

“Haiti è la storia di una catastrofe”. Lo sanno bene gli haitiani: questa frase è di un altro scrittore ed editore dell’isola, Rodney Saint-Eloi. Conoscono il colonialismo che ebbe il volto degli spagnoli assetati d’oro: annientarono gli indigeni Taìno e Arauachi sostituendoli con gli schiavi africani importati dai negrieri. Conoscono il colonialismo americano che nel 1915 si impadronì del paese e lo occupò militarmente fino al 1934, mantenendone il controllo anche nel secondo dopoguerra. E conoscono la delusione subentrata al processo di decolonizzazione: non fu libertà, ma una dittatura che si perdeva nei mille rivoli della corruzione, della violenza incontrollata e sanguinaria, della gestione feroce del potere da parte della famiglia Duvalier, dal 1957 al 1986. Conoscono infine e soprattutto la povertà, visto che questi eventi l’hanno prodotta come risultato: l’indice di sviluppo umano è di 0,521 e colloca Haiti al 148° posto nel mondo, contro lo 0,768 e il 91° posto della vicina Repubblica Dominicana; la mortalità infantile è assurdamente alta, 57% – si pensi che in Italia è del 3% – la speranza di vita è di 58 anni per i maschi e di 61 per le femmine.

“Haiti è il regno della poesia, noi scrittori siamo lettori dell’universale”. Nonostante tutte queste tragedie, agli haitiani non è mai mancata l’allegria caraibica, la voglia di manifestare le proprie emozioni: lo testimonia questa descrizione della sua patria fatta da Lyonel Trouillot, scampato al terremoto, così come Saint-Eloi. Il mondo si è già messo in moto per aiutare la popolazione colpita da uno dei più devastanti sismi degli ultimi duecento anni: generi di prima necessità, cani da macerie, ospedali da campo, tende. Servirà ben altro, questa volta occorrerà non abbandonarli ancora. Forza, Haiti!

. 

Fotografia © North Country Public Radio


* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Le disgrazie cercano e trovano il disgraziato anche se si nasconde nell’angolo più remoto della terra.
MIGUEL DE CERVANTES, Colloquio dei cani

Nessun commento: