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giovedì 25 dicembre 2025

Maria madre


GLORIA FUERTES

MARIA MADRE

La Vergine
sorride così bella.
Il roseto è già fiorito,
scendendo sulla terra
per profumarla!

La Vergine Maria
canta già le ninne nanne.
E canta a una stella
che ha saputo scendere
a Betlemme, volando
come un pastore qualunque.

Sono arrivati i Re Magi;
ha smesso di nevicare.
La luna lo ha visto
e ha smesso di piangere!
Il suo pianto di neve
si congela nella pineta.

Mille angeli cantano
una canzone cristallina,
da un tenero roseto
è nato un garofano.

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La poetessa spagnola Gloria Fuertes, che ha dedicato svariate composizioni al tema natalizio, qui punta l'obiettivo sulla maternità di Maria. E, come nella poesia di Juan Ramón Jiménez proposta due giorni fa, l'avvenimento al centro della festa di Natale fa fiorire una primavera di rose.

Ancora Buon Natale!

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GERARD VAN HONTHORST, "ADORAZIONE DEI PASTORI"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Dove vai con il tuo amore / Bambino dell'Alba? / –Vado a salvare tutti / quelli che non mi amano. / Dove vai falegname / così di buon'ora? / –Vado in guerra / per fermarla.
GLORIA FUERTES, Mi cresce la barba

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FuertesGloria Fuertes García (Madrid, 28 luglio 1917 - 27 novembre 1998), poetessa e scrittrice di libri per bambini, fu legata alla Generazione del’50 e al movimento denominato “postismo”. Femminista e omosessuale, difese l’uguaglianza tra uomini e donne, il pacifismo e la tutela dell’ambiente


mercoledì 24 dicembre 2025

Il campanile suona Natale


STELIOS SPERANTZAS

NATALE

Nel nostro angolo
il camino acceso è rosso.
Cadono ciuffi di neve
sulla finestra.
 
Il paese resta sveglio
tutta la notte
e il campanile
suona  Natale.
 
Vieni, tu che
stasera lodano gli Arcangeli,
prendi il nostro pane,
che ha un buon profumo e taglialo.
 
Vieni, il nostro piccolo angolo
ti aspetta.
Ti ho fasciato, mio ​​Cristo,
per tenerti al caldo.

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È questa poesia di Stelios Sperantzas un canto che, musicato, i bambini greci conoscevano bene, insegnata nelle scuole con un'altra opera dello stesso autore, “Neve sul campanile”: "E andiamo avanti / con lanterne accese. / E andiamo avanti, / avvolti nel calore". È infatti su quel calore che punta Sperantsas, quel calore buono che è non solo quello delle case dove ci si ritrova - e dove c'è un posto per il Bambino - ma anche quello nel cuore delle persone.

E allora, amici lettori del Canto delle Sirene, Buon Natale!

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Nella santa notte di Natale - chi non lo sa? - / dei Magi ogni anno a mezzanotte brilla la stella. / E chi la trova tra le altre stelle e non la perderà / seguendola può raggiungere un'altra Betlemme.
GEORGIOS DROSINIS, Elleniki Demiurghia, Anno II, n. 45, Natale 1949

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Stelios Sperantzas (Smirne, 1888 – Atene, 6 giugno 1962), poeta e scrittore greco. Medico e professore universitario, fu scrittore prolifico: poeta tradizionale, emotivo, particolarmente sensibile ai temi patriottici e alla letteratura per l’infanzia, cui  dedicò gran parte della sua opera.


martedì 23 dicembre 2025

La melodia celeste


JUAN RAMÓN JIMÉNEZ

AVVENTO

Sta arrivando il dolce Gesù…
La notte sa di rosmarino…
Oh, quanto è pura
la luna sul cammino!

Palazzi, cattedrali
stendono luci di finestre
insonni nell’ombra dura e fredda
Ma la melodia celeste
fuori risuona…
primavera celeste
che la neve, passando, scioglie leggera,
lasciando una calma eterna…

Signore del cielo, nasci
questa volta nella mia anima!

(da Poesie: bozze inedite, 2006)

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Il poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez traccia una divisione tra materia e spirito: se le cattedrali e i palazzi del centro, pur con le loro finestre illuminate – ma negativamente insonni – rappresentano la freddezza materiale, la primavera incarnata dalla venuta di Gesù è lo sbocciare spirituale, il vero senso della festa di Natale.

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VLADIMIR BOROVIKOVSKIJ, "NATIVITÀ"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Se solo il tuo cuore potesse diventare una mangiatoia per la sua nascita, / Dio tornerebbe ad essere un bambino su questa terra.
ANGELO SILESIUS, Il pellegrino cherubico

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JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


lunedì 22 dicembre 2025

Nel caos ordinato dei cantieri


JOAN MARGARIT

VISITA AI CANTIERI

Per tanti anni ho iniziato la mia giornata
nel caos ordinato dei cantieri.
Ne hanno iniziato uno proprio di fronte a casa mia.
Lo guardo spesso,
ricordo di essermi svegliato tra il frastuono
del disco che taglia una lamiera
e il fragore oltraggioso del martello pneumatico.
Forare e rompere per costruire:
questa è la musica contemporanea
della distruzione giustificata.

Dopo la visita,
cercavo un bar dove poter stare da solo, al sicuro
dal rumore eppure ancora al suo interno,
con l'angelo grigio della struttura
di un edificio intravisto nelle finestre.
Il cielo di cemento umido
della periferia, sempre a indurirsi.
Tutto il ferro arrugginito e lavorato.
Una tenerezza che sento ancora
quando il tempo grandina
sulle finestre della mia anima.
La vita finisce come iniziano le costruzioni:
forare e rompere per costruire.
Distruzione giustificata.

(da Perdere il segnale, 2013)

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No, non è un classico "umarell" che passa il suo tempo a osservare i cantieri: il poeta catalano Joan Margarit era giustificato, trovandosi dall'altra parte della rete arancione, architetto di fama, tanto da aver lavorato anche all'ampliamento della Sagrada Familia di Barcellona. Forse proprio per quello, riesce a costruire un paragone tra la vita umana e la costruzione di un edificio.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Un giorno il passato esige ordine e, quindi, attenzione al misterioso atto del ricordare... il passato e il domani vengono cancellati contemporaneamente, e cresce in me la sensazione che ciò che la mente immagazzina non siano frammenti casuali, ma l'essenza del passato. Ciò che viene ricordato, anche se non è vero, è, invece, la verità.
JOAN MARGARIT, Si perde il segnale

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Joan Margarit i Consarnau  (Sanaüja, 11 maggio 1938 – Sant Just Desvern, 16 febbraio 2021), poeta e architetto catalano. Si definiva poeta bilingue catalano/castigliano, disdegnava le correnti poetiche e considerava il poeta  "l’essere più realista e più pragmatico perché beve dalla realtà”.


domenica 21 dicembre 2025

Inverno, lenta stagione


LALLA ROMANO

INVERNO

Inverno, lenta
stagione
La sola vera:
l’altre, fiorite, un sogno

(da Giovane è il tempo, Einaudi, 1974)

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L’inverno, che comincia oggi con il solstizio, era la stagione prediletta della poetessa Lalla Romano: nei suoi versi attraverso l’inverno riusciva a ritrovare quel silenzio che amava e riteneva essere inesauribile. In quella “vita sospesa” – citazione di Cézanne da lei stessa indicata - trova la condizione esistenziale dell’uomo più che nelle stagioni fiorite: un lungo periodo in apparenza arido e sterile, ma in realtà fecondo, custode dei semi e della vita.

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FOTOGRAFIA © SIMON BERGER/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Andiamo d’inverno in mezzo al bosco / Il bosco intorno è bianco e silenzioso / un abbraccio caldo e cieco ci chiude.
LALLA ROMANO, Giovane è il tempo

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Graziella Romano, detta Lalla (Demonte, 11 novembre 1906 – Milano, 26 giugno 2001), poetessa, scrittrice, giornalista e aforista italiana. Dopo l'esordio poetico si affermò come narratrice dalla vocazione insieme intimista e realista con il romanzo Maria (1953). Nel segno della memoria sono i successi della maturità ai quali è seguito un più spoglio autobiografismo.


sabato 20 dicembre 2025

Un pezzo di eternità


EUGENIO MONTALE

INTERNO/ESTERNO

Quando la realtà si disarticola
(seppure mai ne fu una) e qualche sua parte
s’incrosta su di noi
allora un odore d’etere non di clinica
ci avverte che la catena s’è interrotta
e che il ricordo è un pezzo di eternità
che vagola per conto suo
forse in attesa di rintegrarsi in noi.
È perciò che ti rivedo
volgerti indietro dall’imbarcadero
del transatlantico che ti riporta
alla Nuova Inghilterra
oppure siamo insieme nella veranda
di ‘Annalena’
a spulciare le rime del venerabile
pruriginoso John Donne
messi da parte i deliranti abissi
di Meister Eckart o simili.
Ma ora squilla il telefono e una voce
che stento a riconoscere dice ciao.
Volevo dirtelo, aggiunge, dopo trent’anni.
Il mio nome è Giovanna, fui l’amica di Clizia
e m’imbarcai con lei. Non aggiungo altro
né dico arrivederci che sarebbe ridicolo
per tutti e due.

(da Altri versi, Einaudi, 1980)

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"Ammesso che in arte esista una bilancia tra il di fuori e il di dentro, tra l’occasione e l’opera–oggetto bisognava esprimere l’oggetto e tacere l’occasione–spinta" disse di Altri versi Eugenio Montale. Sono poesie popolate di figure della memoria, di fantasmi inghiottiti dal tempo che si bilanciano tra il ricordo vero e proprio e l'indagine metafisica che l'io poetico va compiendo: ritorna dunque Clizia, l'Irma Brandeis che fu musa indefinita dei tempi delle Occasioni, ritorna Giovanna, amica di lei e figlia della proprietaria della pensione Annalena di Firenze, che la seguì negli Stati Uniti e che riappare come voce al telefono tanti anni dopo.

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PEREGRINE HEATHCOTE, "VIAGGIATORE"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

Fummo felici un'ora, un giorno, un attimo / e questo potrà essere distrutto?
EUGENIO MONTALE, Altri versi

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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


venerdì 19 dicembre 2025

Jazz band


CONCHA MÉNDEZ

JAZZ BAND

Ritmo discontinuo.
Luci vibranti.
Campanelli isterici.
Stelle fulminanti.

Erotismo.
Liquori traboccanti.
Giochi per bambini.
Accordi deliranti.

Jazz band. Grattacieli.
Cristalli trasparenti.
Mormorii esotici.
Gemito di metalli.

(da Preoccupazioni, 1926)

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Negli Anni '20 e '30 del Novecento il jazz ebbe un grande momento di espansione: quella musica nuova in quel periodo si diffuse sotto forma di orchestrine jazz. La poetessa spagnola Concha Méndez dona le immagini a quei suoni dal ritmo sincopato, ricreando l'atmosfera di un club che grazie alla musica si dilata nella modernità rendendo l'idea delle grandi metropoli dove si suona ma anche del retaggio culturale afroamericano.

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OLIVIER BOISSINOT, "JAZZ CLUB A NEW YORK"

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   LA FRASE DEL GIORNO  

La musica è un viaggio. Il jazz è perdersi.
JOHN O'FARRELL, Il meglio che un uomo possa ottenere

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Concha Méndez, pseudonimo di Concepción Méndez Cuesta (Madrid, 27 luglio 1898 – Città del Messico, 7 dicembre 1986), poetessa spagnola della Generazione del '27. La sua poesia è distinta in due fasi: la prima modernista, influenzata da García Lorca e Alberti, la seconda oscura e intimista, dai toni esistenzialisti, segnata dall'esilio.


giovedì 18 dicembre 2025

Eduardo Hurtado


Addio, mormorio del mare. Ritorno a me stesso, alla mia immensità silenziosa”, con questi suoi versi la famiglia ha annunciato la scomparsa del poeta e saggista messicano Eduardo Hurtado. Le sue poesie sono caratterizzate da una sintesi concisa e significativa, capace di ricercare la chiarezza nel significato, al di fuori della moda letteraria. Tra i suoi temi la memoria e la nostalgia, il quotidiano e l’amore.

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COLUI CHE TI VEDE NASCERE

Colui che ti vede nascere
al mattino, al richiamo
imperioso
della sveglia
e tra uno sbadiglio e l'altro;

colui che distingue
la rara beatitudine del tuo volto
nudo
di cosmetici,
l'umiltà emozionante
dei tuoi piedi
con i cerotti
e nei sandali;

colui che, pieno
di tenerezza,
ti vede urinare ogni notte
e ti scopre statica, fragile
e assorta
come un animale
in un campo aperto;

devoto alla tua pelle
senza lozioni o ornamenti,
al tuo profumo discreto,

ai tuoi
talenti più intimi,
                            sono
io quello che ha sognato
di svegliarsi
con te
fino al giorno del forno
e delle ceneri.

(da Succede ancora, 2016)

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UNA PATRIA

a Margarita

Dalla morte di questo amore,
è nato un nuovo amore.
Questa casa è la sua patria.

Ora che non ci sei più,
la casa che abbiamo inventato,
                            la patria
                            di un amore
                            nato dalle ossa
                            di questo amore,
si è riempita di te,
del simulacro
del tuo corpo
sul lato vuoto del materasso,
del sole che entra nella stanza

e non ti tocca,
del tuo voluttuoso fantasma.

Ogni giorno intravedo
il possibile,
le profondità ambigue
in cui abiti,
il giorno senza data
                             in cui,

mi ricordo,
finalmente sai tornare.
La patria di questo amore
è un deserto,
              un cosmo
              che si estende
fino a mordere il bordo
dell'inizio.

(da Letras Libres, n. 175, Aprile 2016)

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   LA FRASE DEL GIORNO  

La poesia è stata uno stile di vita fin dall'inizio, perché per me la poesia, l'atto poetico, precede la poesia, la poesia come scrittura, che è la poesia. Per me, la poesia è una possibilità costante nella vita stessa e ha a che fare con diverse cose: una rottura con gli automatismi quotidiani, cioè smettere di vivere in modalità automatica, ed essere improvvisamente sorpresi da qualcosa che ti appare sorprendente, diverso, invisibile, inosservato.
EDUARDO HURTADO, Zeta, 7 marzo 2022

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Eduardo Hurtado Montalvo (Città del Messico, 13 ottobre 1950 – 16 dicembre 2025), poeta e saggista messicano. Si laureò in Letteratura Ispanica presso l'Università Nazionale Autonoma del Messico La sua opera, attenta al quotidiano, si distingue per una profonda esplorazione di temi come la memoria, l'amicizia e il paesaggio.


mercoledì 17 dicembre 2025

Il peso delle mie parole


RAFAEL CADENAS

ARS POETICA

Che ogni parola porti ciò che dice.
Che sia come il tremore che la sostiene.
Che continui come un battito.

Non devo pronunciare falsità elaborate, né usare inchiostro dubbioso, né aggiungere lustrini a ciò che è.
Questo mi costringe ad ascoltare me stesso. Ma siamo qui per dire la verità.
Siamo realisti.
Voglio una terribile precisione.
Tremo quando penso di falsificarmi. Devo portare il peso delle mie parole. Mi possiedono tanto quanto io possiedo loro.

Se non riesco a vedere chiaramente, tu che mi conosci, mia bugia, indicami l'impostura, sbattimi in faccia l'inganno. Ti ringrazierò, davvero. Sto impazzendo nel tentativo di corrispondere.
Sii il mio occhio, aspettami nella notte e individuami, scrutami, scuotimi.

(da Intemperie, 1977)

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Il poeta venezuelano Rafael Cadenas ha sempre inseguito nel corso della sua opera poetica l'autenticità, uno zelo verbale in grado di manifestare una genuina espressione della parola. Questa dunque è la sua "arte poetica", cercare di raggiungere "l'indissolubile corrispondenza tra la realtà e la lettera" - l'equilibrio tra l'autentico e l'artificioso naturalmente insito nei giochi di metafore e di simboli della poesia.

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FOTOGRAFIA © FELIX SCHICKEL/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Sola, / incerta, / pressante / parola, / casa senza orpelli.
RAFAEL CADENAS, Un'isola

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Rafael Cadenas (Barquisimeto, 8 aprile 1930), poeta, saggista e docente universitario venezuelano. Fece parte del gruppo «Tavola Rotonda. Dotato di una raffinata sensibilità poetica, ha creato un’opera vincolata al pensiero filosofico.


martedì 16 dicembre 2025

Quell’aria


ROBERT HERRICK

A ELETTRA

Non oso chiederti un bacio,
non oso mendicare un sorriso,
perché ottenendo l’uno e l’altro,
col tempo potrei diventare orgoglioso.

No, no, il più audace
dei miei desideri sarà soltanto
di baciare quell’aria
che poco fa ti ha baciata.

(da Esperidi, 1648)

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La sobria poesia di Robert Herrick, uno dei "poeti cavalieri"del Seicento inglese, si allinea alla tradizione dellamore cortese: enfatizza l'amore per l'amore, l'amore non corrisposto che vive dell'inespresso e in esso si strugge facendo della donna amata una dea da venerare.

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ANTOON VAN DYCK, "RITRATTO DI LADY ANNE CARR"



   LA FRASE DEL GIORNO   

Amami poco, ti prego, / così mi amerai a lungo.
ROBERT HERRICK

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Robert Herrick (Cheapside, 24 agosto 1591 – Dean Prior, 15 ottobre 1674), poeta inglese, esponente della scuola dei Poeti cavalieri. Artefice mirabile di metrica e di rime, si ispirò ai sentimenti delicati e alla vita semplice e gioiosa, cantando i fiori e le fanciulle, l'amore idillico e i Lari della casa.

lunedì 15 dicembre 2025

La giostra


IDA VITALE

GIOSTRA

La giostra, il carosello, come
si chiamava, la giostra, una fiamma
che mi offriva un cervo, una carrozza,
un cigno e un cavallo impennato,
la meraviglia che girava così immobile,
che trottava così immobile in un'aria
con un organetto e i campanelli, un'aria
che non muoveva la coda del cavallo
bianco e dorato, ma piena di pericoli,
il pericolo di cadere a mezz'aria,
di cadere e così essere dimenticata
da mio padre, di atterrare in un punto diverso
da quello di salita e trovarmi sola,
senza nuvole, senza vento tra i capelli,
persa senza la deliziosa paura
di volare con le mani aggrappate
a criniere che mi lasciano andare, e io, argilla
che nel forno dell'aria riprende
la sua forma immobile, la forma dell'inizio,
di essere sola e senza ali.

(da Trema, 2005)

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Un ricordo d'infanzia per la poetessa uruguaiana Ida Vitale: bambina, orfana di madre in tenera età, è portata dal padre alla giostra. Sperimenta la vertigine del girare, quell'illusione di volare che la velocità crea insieme al timore di cadere, di smarrirsi; fonde tensione ed emozione, ebbrezza e timore.

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FOTOGRAFIA © ABBY CHUNG/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Andare lentamente, per vedere se il tempo, se lo tenti, / fa lo stesso.
IDA VITALE, Pellegrino in ascolto

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Ida Vitale (Montevideo, 2 novembre 1923), poetessa, traduttrice, saggista, insegnante e critica letteraria uruguaiana, membro del movimento artistico denominato “Generazione del ‘45” e rappresentante della poesia essenzialista. Esule in Messico, dal 1974 al 1984, al suo attivo ha i Premi Octavio Paz, Reina Sofia e Cervantes.


domenica 14 dicembre 2025

Due volte


MARIN SORESCU

DUE VOLTE

Guardo ogni cosa due volte,
una per essere felice
e una per essere triste.
Gli alberi hanno scoppi di risate
nelle chiome delle loro foglie
e una grande lacerazione
alle radici.
Il sole è giovane
alla punta dei suoi raggi,
ma i suoi raggi
sono trafitti dalla notte.
Il mondo è perfettamente racchiuso
tra queste due coperture,
dove ho raccolto tutto
ciò che ho amato
due volte.

(da La morte dell'orologio, 1966)

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"La parola è una frontiera incrociata: con l'atto di dire qualcosa, non riesco a dire molte altre cose" scrisse il poeta rumeno Marin Sorescu. La seconda lettura è un po' quella della comprensione, del distacco tra soggettività e oggettività, un po' come teorizzava Cesare Pavese nel suo diario: “Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta”.

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AUTORITRATTO DI ERIC MACKAY  © FLICKR

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Camminerò oltre tutte le cose / finché tutte le cose / non mi conosceranno.
MARIN SORESCU

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Marin Sorescu (Bulzești, 29 febbraio 1936 – Bucarest, 8 dicembre 1996), poeta, drammaturgo e romanziere romeno. La sua poesia abbraccia un vasto ambito letterario, con uno stile ironico e rilassato che risveglia nel lettore lo spirito giocoso dell'infanzia. Fu ministro della Cultura dopo la rivoluzione del 1989.


sabato 13 dicembre 2025

Quell’uomo


JOSÉ ANTONIO MUÑOZ ROJAS

DOMANDE, 15

Cosa ci fa quell'uomo in mezzo al campo,
che scrive in mezzo al campo,
che ha fermato la sua auto
e ha iniziato a scrivere?
Quell'uomo, che potrei essere io,
potrebbe aver cercato
di esprimere il sentimento
di questo splendido pomeriggio.
Come sappiamo, invano.

(da Tra le altre cose dimenticate, 2002)

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L'urgenza della poesia, la sua necessità di essere detta, di fermare il sentimento dell'istante - non ci capita di fotografare un tramonto o un luogo che ci ha meravigliato? - è espressa in questi versi dal poeta spagnolo José Antonio Muñoz Rojas. Eppure, si tenta soltanto: sulla carta l'emozione rimarrà sempre approssimativa.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia deve essere così, / un riecheggiare interiore, / un balbettio che quando si traduce in parole / accade il miracolo.
JOSÉ ANTONIO MUÑOZ ROJAS, Testi poetici

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José Antonio Muñoz Rojas (Antequera, 9 ottobre 1909 – Mollina, 29 settembre 2009), scrittore e poeta spagnolo appartenente alla Generazione del '36. Dalla corrente machadiana si è spostato verso uno sperimentalismo d’avanguardia cantando l’amore, la malinconia e l’armonia dell’anima nella natura, con uno stile diretto e colloquiale.


venerdì 12 dicembre 2025

Il fazzoletto bianco


JOSÉ JIMÉNEZ LOZANO

NEVICATA

Il fazzoletto bianco non poteva essere
paragonato al campo innevato,
ma l'anima
appare sempre più scura o più rossa,
anche quando è appena lavata.
È una cosa umana.

(da Elogi e celebrazioni, 2005)

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Il bianco è il colore della purezza e dell'innocenza. Il poeta spagnolo José Jiménez Lozano è un "maestro del bianco", lo fa risaltare in molte delle sue poesie. È il colore che li contiene tutti nel suo spettro - il fazzoletto, la neve. Ma l'anima, che è umana, può essere davvero così bianca? O si lascia sporcare dal male, dal sangue?

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FOTOGRAFIA © NICKY PE/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

E ci hai messo anni, ma / un giorno hai visto un fazzoletto bianco / su cui mettere una candela, / e poi c'è stata la luce.
JOSÉ JIMÉNEZ LOZANO, Elegie e celebrazioni

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José Jiménez Lozano (Langa, 13 maggio 1930 – Valladolid, 9 marzo 2020), poeta e scrittore spagnolo, Premio Cervantes nel 2022. La sua opera riflette i paesaggi della vasta pianura castigliana, con orizzonti immensi che invitano al pensiero, alla riflessione e persino al misticismo che ispirò Giovanni della Croce e Teresa d'Avila.


giovedì 11 dicembre 2025

Solo un’illusione


ROBERTO FERNÁNDEZ RETAMAR

IL TEMPO

Quando appoggio la mia giovane mano
condiscendente
sulla spalla tempestosa di un vecchio,
è solo un'illusione, solo un istante,
il tempo
di guardare le nuvole, le stelle,
prima che un'altra mano
generosa
si poggi sulla mia spalla
chiamandomi: "Oh vecchio!".

(da Buona fortuna per la vita, 1965)

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La brevità del tempo relativamente alla vita umana: sceglie una bella immagine il poeta cubano Roberto Fernández Retamar, quella di un gesto che racchiude in sé tutto il tempo di una vita e, pensandoci, è un gesto ciclico che si è ripetuto nel corso delle generazioni e che ancora si ripeterà.

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PABLO PICASSO, "VECCHIO CIECO E RAGAZZO"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il buio rapido scende, / e l’oggi è già il tuo ieri.
EDNA ST. VINCENT MILLAY, Qualche fico dai cardi

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Roberto Fernández Retamar (L'Avana, 9 giugno 1930 – 20 luglio 2019), poeta e scrittore cubano. Appartenente al gruppo di poeti legati alla rivista Orígenes, punto di partenza della nuova poesia cubana, si è inizialmente dedicato alla poesia pura per poi orientarsi, sulla scia dell'esperienza rivoluzionaria, verso tematiche sociali e una produzione di testimonianza.


mercoledì 10 dicembre 2025

La porta azzurra


IVONNE BORDELOIS

GUARDANDO PIOVERE A TAORMINA

Al mio fianco Chopin.

La porta azzurra,
il balcone rosa.

Con i suoi sandali di vetro,
la pioggia cammina sul mare,
tra i pini, nel vento.

Vagamente so
di essere felice.

Non ricordo perché.

(da L'allegra apocalissi, 1995)

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"Mangiare arance / nell'Alhambra / vedere / volare / fra / l'edera verde / una / farfalla / bianca": così definisce il piacere la poetessa argentina Ivonne Bordelois. Quindi, l'emozione di un momento, la gioia degli istanti, come del resto queste ore di pioggia su Taormina mentre un disco suona Chopin e c'è quella sensazione di immotivata felicità.

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il linguaggio è una miniera d'oro inesauribile, e in ciò risiede la gioia e la fiducia che lo studio delle parole rappresenta.
IVONNE BORDELOIS, Caras y caretas, 9 maggio 2025

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Ivonne Aline Bordelois (Juan Bautista Alberdi, 5 novembre 1934), poetessa, saggista e linguista argentina.  Allieva di Noam Chomsky e insegnante a Boston dal 1968, ritornò a Buenos Aires nel 1994, anno in cui iniziò a scrivere e a impegnarsi come redattrice culturale.


martedì 9 dicembre 2025

La gatta


JOSÉ EMILIO PACHECO

GATTITÀ

La gatta entra nella stanza dove siamo riuniti.

Non è angora, né persiana
né di qualche razza prestigiosa.
Piuttosto, mostra nella sua pelliccia consumata
tutti i tipi di incroci e imbastardimenti.

Ma è consapevole di essere una gatta.
Perciò
passa in rassegna i presenti,
ci lancia in faccia un giudizio sprezzante
e se ne va.

Non con la coda tra le gambe: in posizione eretta
come uno pennacchio o uno stendardo di guerra.

Orgoglio, felinità,
nemmeno il minimo desiderio
di ingraziarsi qualcuno.

L'esame è durato mezzo minuto.

La gatta dice a chiunque capisca la sua lingua:
Non permettere mai a nessuno di disprezzarti.

(da Il silenzio della luna, 1996)

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Essere ciò che si è ed esserne orgogliosi, senza permettere agli altri di disprezzarci per questo: è la morale di questo "mezzo minuto" in cui una gatta qualunque entra in una stanza dove si trova il poeta messicano José Emilio Pacheco e la attraversa con tutta la sua indipendente felinità.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Il senso di indipendenza dei gatti fa sentire più indipendente chiunque viva accanto a loro.
DEREK TANGYE

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José Emilio Pacheco Berny (Città del Messico, 30 giugno 1939 - 26 gennaio 2014), scrittore, poeta, saggista e traduttore messicano. Fu parte integrante della Generazione dei ‘50. La sua poesia concentra l’attenzione sulla storia, sulla ciclicità del tempo, sull’universo dell’infanzia e sulla vita nel mondo moderno.


lunedì 8 dicembre 2025

La poesia mi chiede


JUAN CALZADILLA

POETICA BISOGNOSA

La poesia mi chiede molto più
spazio di quanto io possa darle,
e molto tempo della mia vita.
Molto più di quanto mi resti.
E non so cosa darle.
Né cosa viene prima e cosa viene dopo.
Non so se abbia senso
chiederglielo.
O se sia giusto che sappia
che non avere nulla da darle
è già darle.

(da Libro di poetica, 2006)

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La poesia impone le proprie esigenze. Il poeta venezuelano Juan Calzadilla sa che è inutile combattere con questa necessità di dire: l'ispirazione e il poeta si fondono in un unicum in cui è la poesia a proiettarsi e a rivelare la realtà, come succede davanti a una cascata, dove si manifesta "il potere della parola tra gli spruzzi. / E se restiamo in silenzio, è solo per percepire meglio / come, nella colonna d'acqua, una voce / ripeta incessantemente i nostri nomi, / con insistenza. O è forse la natura, forse  oscuramente, / senza ricevere risposta, a parlarci?

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Lascia che rifletta ma lascia che veda / Come il cristallo, non come lo specchio.
JUAN CALZADILLA, Libro di poetica

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Juan Calzadilla (Altagracia de Orituco, 16 maggio 1930 – Caracas, 15 giugno 2025), poeta, pittore e critico d'arte venezuelano. Esordì nel 1954 con Prime poesie, promuovendo visioni d'avanguardia, incentrate sul surrealismo, con una militanza attiva e ribelle.


domenica 7 dicembre 2025

La banderuola


FRANCISCO PINO

FEDELTÀ

Come
la
banderuola,
essere
fedele
solo al vento
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(da Versi per distrarmi, 1982)

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Un inno alla libertà in otto sole parole: il poeta spagnolo Francisco Pino, con la sua poesia minimale, in questo caso non affida il messaggio poetico ai calligrammi della poesia visuale o tipografica, ma lo lascia lì, semplicemente, come una freccia scoccata dal suo arco creativo.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Sono / una corda, / la parola che lega il pacco / affinché ciò che c'è dentro / non si perda.
FRANCISCO PINO, Distinto e insieme

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PinoFrancisco Pino (Valladolid, 18 gennaio 1910 - 22 ottobre 2002), poeta spagnolo. Di famiglia borghese, rifiutò di coltivarne gli interessi economici per dedicarsi alla letteratura. Dapprima seguace di Jorge Guillén, poi creazionista e surrealista, praticò una poesia sperimentale, visuale e religiosa.


sabato 6 dicembre 2025

La grande cometa


KENNETH REXROTH

LA COMETA DI HALLEY

Quando, nella tua mezza età,
la grande cometa tornerà,
ricordati di me, un bambino
sveglio nella notte d'estate,
in piedi sul lettino
a guardare quella stella
dai capelli lunghi tanti anni fa.
Esci nel buio
e guarda il suo pennacchio gocciolare
sull’acqua nella notte liquida,
e pensa che vita e gloria
un tempo tremolavano nel mio sangue
e in tutti coloro che mi hanno preceduto,
vasi del fiume lungo miliardi di anni
che ora scorre nelle tue vene.

(da Raccolta di poesie brevi, 1966)

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Quando il poeta statunitense Kenneth Rexroth scrisse questi versi per la figlia Mary, la cometa di Halley era passata per l'ultima volta nel 1911 ed egli ne serbava un ricordo d'infanzia.  Avendo un'orbita che incontra la Terra ogni 76 anni, sarebbe riapparsa nel 1986 e Rexroth non sarebbe riuscito a vederla: ma esorta la figlia  ad osservarla e a sentire in essa quel flusso cosmico che supera la mortalità umana. In realtà il passaggio della cometa di Halley in quell'anno, a differenza dell'impressione che generò nel 1911, fu molto deludente, sia per l'inquinamento luminoso sia per la minore luminosità dell'astro. La prossima occasione per ammirarla sarà nel 2061.

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LA COMETA DI HALLEY NEL 1911 - FOTOGRAFIA DI PUBBLICO DOMINIO

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La cometa è una stella con i capelli sciolti.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Mille e una greguería

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Kenneth Charles Marion Rexroth (South Bend, Indiana, 22 dicembre 1905 – Santa Barbara, California, 6 giugno 1982), poeta statunitense. Figura centrale nella poesia di San Francisco dal 1930 al 1970, visse attivamente la Beat Generation, verso cui fu critico. Gran parte della sua poesia è d’amore o erotica, influenzata dai lirici greci antichi e da Tu Fu, poeta cinese dell’VIII secolo.


venerdì 5 dicembre 2025

Centenario di Ricardo Paseyro


Ricardo Paseyro nasceva il 5 dicembre 1925 a Mercedes, città uruguaiana sul Río Negro, poco prima della sua foce. Ignacio Gómez de Liaño così ne parlava in occasione della presentazione delle Poesie complete nel 2000: "In lui, nei suoi versi come nella sua persona, c'è una sorta di ardore incessante, come se la sua stessa essenza, come la fenice, distillasse un combustibile che si rinnova sempre. Questo ardore, gentile come il legno di quercia – perché nel nostro poeta non c'è nulla che somigli allo scoppiettio del legno debole – è dovuto, credo, a un intimo bisogno di attraversare il mondo con leggerezza, di arrivare rapidamente, senza indugio, a quel luogo misterioso e seducente, come una calamita di infinita potenza, che De Ory chiama «la sua altra casa»".

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QUESTA DONNA

Guardo questa donna che ora mi bacia,
che si adagia e mette l'eternità
nel mio corpo, offre secoli d'amore,
e lampi di una nuova tenerezza,
dolcemente cullati nei suoi occhi.
Questa donna che mi bacia e il suo bacio
viene così da lontano che mi
ferisce e lo terrò finché avrò tempo,
fino ai figli e fino alla mia morte...
E bacio questa donna che mi bacia
e bacio quei pensieri silenziosi
che riposano in lei, che ci uniscono.

(da Il lato del fuoco, 1956)

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POESIA DELLE LINEE D'ACQUA

Il peso della sera si deposita negli occhi.
Colline di nuvole, svanite nel vento.
e un lampo di luce che si stempera.
Il mare mi guarda; profondo, silenzioso,
mi guarda negli occhi, li chiama, si fa
vedere. Lo
               vanno a guardare
affascinati, rapiti
dal suo desiderio, dal suo fulgore.
E nelle linee dell'acqua si addormentano.
Schiuma magica, cerchi ora
tratti più tardi, fili di immagine semplice
ma già gomitolo, labirinto, spirale,
cavallucci marini, sirene, delfini passeggeri,
costellazioni di sale e aria,
linee d'acqua fedeli: schiuma, solo forme,
forme, le infinite, nate nel mare,
forme, agili pesci,
forme di nuvola e mano e luce e mondo.
Lungo le linee dell'acqua, tra i riflessii,
stanno nascendo le forme delle cose.

                                         A Creta. — 1950

(da Preghiera per le cose, 1950)

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Altre poesie di Ricardo Paseyro sul Canto delle Sirene:



   LA FRASE DEL GIORNO   

Arte poetica: Dalla vertigine dell'acqua /  All'improvviso salta fuori un gabbiano bianco.
RICARDO PASEYRO

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Ricardo Paseyro (Mercedes, 5 dicembre 1925 – Parigi, 5 febbraio 2009), scrittore e poeta uruguaiano, membro della generazione del '45. Diplomatico in Francia per 15 anni, vi riparò nel 1974 dopo il colpo di stato di Bordaberry, ottenendo la cittadinanza francese. Genero di Jules Supervielle, ne diffuse l’opera.