JORGE LUIS BORGES
CIÒ CHE È PERDUTO
Dove sarà quella vita che avrei
potuto vivere e non vissi, la lieta
o triste e orribile, quell’altra cosa
che poteva essere la spada o lo scudo
ma che non fu? Dove sarà il perduto
antenato persiano o norvegese,
dove il destino di non finire cieco,
dove l’ancora e il mare, dove l’oblio
di essere chi sono? Dove la pura
notte che al rozzo contadino affida
l’analfabeta e laborioso giorno,
come pretende la letteratura?
Inoltre penso a quella mia compagna
che mi aspettava e che forse mi aspetta.
(da L'oro delle tigri, 1972)
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Le nostre vite sono frutto di scelte e del destino, talvolta si lasciano abbindolare dal caso. Jorge Luis Borges, poeta e scrittore argentino affascinato dal vortice delle alternative e dalle svolte dei labirinti, indaga su una potenziale direzione diversa che la sua vita non ha intrapreso: ciò che avrebbe potuto essere e non è, che è andato perduto nel tempo ogni volta come la strada non presa di Robert Frost.
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IMMAGINE CREATA CON IA
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LA FRASE DEL GIORNO
Un uomo si confonde, gradatamente, con la forma del suo destino; un uomo è, alla lunga, ciò che lo determina.
JORGE LUIS BORGES, L'Aleph
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Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.

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