giovedì 8 febbraio 2024

Senza luce


ALBERTO ROJAS JIMÉNEZ

NON ACCENDETE LE LAMPADE

Non accendete le lampade.
Non chiamatemi.
Lasciatemi qui senza luci.
La mia anima sta meglio nel buio.

Guardate come l'ombra meravigliosa
mi avvolge la fronte.
Guardate le mie mani,
guardate il mio dolce aspetto
e che si dica:
“Lasciatelo sognare,
“Lasciatelo solo, lì senza luce.”

(da Rodó, Anno I, numero 1, Aprile 1923)

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“Resta. Non accendere la lampada. Lascia che i nostri occhi / si riempiano a lungo delle tenebre, / che i tuoi bruni capelli versino la pesante mollezza / delle loro onde sui nostri baci silenziosi” scriveva il poeta parnassiano e decadentista francese Catulle Mendés nella sua lirica forse più celebre, Soror dolorosa. Ma non è solo, è in coppia, e la penombra diventa languore e voluttà. Alberto Rojas Jiménez, poeta cileno dalla vita travagliata è solo, e in quella penombra si adatta a quell’oscurità, diventando quasi una cosa sola con essa.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPERFLARE

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Ah, solitudine! Ancora una volta ricevo il tuo assalto; ancora una volta disponi / l'ora dell'abbandono e dell'angoscia senza limiti.
ALBERTO ROJAS JIMÉNEZ, El Mercurio, 7 dicembre 1924

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Alberto Rojas Jiménez (Valparaíso, 21 luglio 1900 – Santiago, 25 maggio 1934), poeta, giornalista e disegnatore cileno. Membro della Generazione del 1920, bohémien e e amico di Pablo Neruda, collaborò come editorialista alla rivista Zig-Zag con lo pseudonimo di Pierre Lhéry e ai giornali La Nación e El Correo de Valdivia.


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