lunedì 28 agosto 2023

Le stelle dell’adolescenza


JORGE TEILLIER

I DOMINI PERDUTI

Dalle tue mani nascevano stelle rosse e bianche.
Era il 189... alla Chapelle d'Angillon,
erano le stelle eterne
dal cielo dell'adolescenza.
Di notte spegnevi le lampade
in modo che potessimo trovare i sentieri perduti
che conducono a un liuto rotto e a costumi d'altri tempi,
ad una scuderia fatiscente e a una festa in fienile
dove si incontrano ragazze e vecchie che perdonano tutto.

Ciò che conta non è la luce che accendiamo giorno per giorno,
ma quella che talora spegniamo
per custodire la memoria segreta della luce.
Ciò che conta non è la casa di tutti i giorni
ma quella nascosta in un angolo dei sogni.
Ciò che conta non è la carrozza
ma le sue tracce scoperte per caso nel fango.
Ciò che conta non è la pioggia
ma i suoi ricordi dietro le finestre di mezza estate.

Ci siamo incontrati nella remota strada di un villaggio del sud.
Eri un vagabondo con la barba lunga e una bambina in braccio,
Era la tua ombra - l'ombra della persona scomparsa nel 1914 -
che si fermava a guardare i bambini giocare ai banditi,
o inseguire le oche in una pioggerellina svogliata,
o aiutare le loro madri a sgusciare i piselli
mentre le nuvole passavano come un’estranea,
l'unica che ci avrebbe veramente amato.

È il tramonto.
E al suono di una campana che chiama alla festa
la dura crosta delle apparenze si è spezzata.
Appare la casa vegliata dal glicine, una ragazza
che legge sotto il pergolato al cinguettio dei passeri,
nel rumore delle ruote di una nave lontana.

La realtà segreta brillava come un frutto maturo.
Cominciarono ad accendersi le luci del paese.
I bambini entrarono nelle loro case. Udimmo il fischio degli spari che ti chiamavano.
Sei scomparso dicendoci: "Non c'è casa, né genitori, né amore:
                                         ci sono solo compagni di gioco."
E hai spento tutte le luci
perché accendessimo
per sempre le stelle dell'adolescenza
sorte dalle tue mani in un tramonto del milleottocento
       novanta e qualcosa.

(da Poesie dal paese del mai, 1963)

.

Alain-Fournier, cui è dedicata questa poesia, è lo scrittore francese disperso nella battaglia di Les Épargers, nei pressi di Verdun, il 22 settembre del 1914. Di lui, oltre a qualche poesia e alle lettere, ci rimane solo Il grande Meaulnes, romanzo sull'adolescenza e sull'amicizia.in cui Il narratore François Seurel, ormai adulto, rievoca il suo incontro con Augustin Meaulnes, che si tramuterà in avventure e in sogni, e nella testimonianza dell’amore romantico di Maulnes per Yvonne. E il poeta cileno Jorge Teillier a quell’affascinante romanzo rende omaggio, a quel personaggio rimasto impresso nella memoria di molti lettori sin dal suo incipit: “Arrivò a casa nostra una domenica di novembre del 189...”

.

SCENA DAL FILM "IL GRANDE MEAULNES" di JEAN-DANIEL VERHAEGHE  © MOSCA FILMS

.


  LA FRASE DEL GIORNO   

Insegnerei ai ragazzi a essere saggi d’una saggezza che io conosco. Non trasmetterei loro il desiderio di correre per il mondo, come senza dubbio farete voi, M. Seurel, quando sarete supplente. Insegnerei loro a scoprire quella felicità che non si vede, ma che è vicina…
ALAIN-FOURNIER, Il grande Meaulnes

.



Jorge Teillier Sandoval (Lautaro, 24 giugno 1935 - Viña del Mar, 22 aprile 1996), poeta cileno della “Generazione letteraria dei ‘50”, creatore della “poesia larica”. Per lui l’importante in poesia non è l’estetica, ma la creazione del mito e di uno spazio di tempo che trascende il quotidiano.


Nessun commento: