KIKUO TAKANO
LO SPECCHIO
Che oggetto triste
hanno inventato gli uomini!
Chiunque si specchia
sta di fronte a se stesso
e chi pone la domanda
è, al tempo stesso, l’interrogato.
Per entrare più a fondo
l’uomo deve fare il contrario,
allontanarsi.
(da L’infiammata assenza, Edizioni del Leone, 2005 – Trad. Yasuko Matsumoto e Renato Minore)
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Lo specchio è bugiardo di per sé perché non restituisce la nostra immagine esatta ma il suo riflesso rovesciato – per questo spesso non ci piacciamo nelle fotografie, abituati al nostro alter ego fasullo. Kikuo Takano, poeta e matematico giapponese ossessionato dalla ricerca del senso dell’esistenza, non li ama, così come Jorge Luis Borges: “È strano che ci siano sogni, che ci siano specchi, che l'usuale e consumato repertorio di ogni giorno includa l'illusorio orbe profondo che ordiscono i riflessi. Dio (ho pensato) mette molta cura in tutta quell'inafferrabile architettura che la luce edifica con la limpidezza del cristallo e l'ombra con il sogno. Dio ha creato le notti che si armano di sogni e le forme dello specchio perché l'uomo senta che è riflesso e vanità. Per questo ci allarmano”.
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FOTOGRAFIA © RUSLAN KADIEV
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LA FRASE DEL GIORNO
Sarò forse presuntuoso ma il mio specchio mi calunnia.
GESUALDO BUFALINO, Il malpensante
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