GIORGIO CAPRONI
NON T’APPOGGIARE AL VENTO
Non t’appoggiare al vento.
Lascia le parole e il suono
di vuoto che contengono.
Un nome, un solo nome basta
a mentire. Un colore,
Un aroma.
(da Poesie disperse postume, in L’Opera in versi, Meridiani Mondadori, 1998)
Chissà che la scelta di una sua poesia per l’analisi del testo all’esame di stato 2017 non porti a una riscoperta di Giorgio Caproni, poeta troppo sottovalutato nell’ambito del Novecento italiano. Caproni affascina per la sua parabola poetica, capace di passare dall’impressionismo dei primi versi alle liriche scarnificate della vecchiaia - come questa ironica e metafisica “poesia del nulla”, dove protagonisti sono il vuoto e il vento - sempre alla ricerca della inafferrabile soluzione ai dilemmi dell’essere umano.
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JAMES MORRISON, “VENTO FORTE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Tonica, terza, quinta, / settima diminuita. / Resta dunque irrisolto / l'accordo della mia vita?
GIORGIO CAPRONI, Il muro della terra
Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.
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