ÁNGEL GONZÁLEZ
ORDINE (POETICA CUI ALTRI SI DEDICANO)
I poeti prudenti,
come le vergini — quando c’erano —,
non devono staccare gli occhi
dal firmamento.
Oh, tu, intrepido forestiero
che guardi gli uomini:
contempla le stelle!
(Il Tempo, non la Storia).
Evita
l’oscena chiarezza.
(Cave canem).
E innalza il mistero.
Sii puro:
non fare nomi; non illuminare.
Che la tua parola oscura si versi nella notte
tetra e senza senso
come l’istante della tua vita.
(da Mostra di alcuni procedimenti narrativi e delle attitudini sentimentali che abitualmente comportano, 1976)
.
Il poeta spagnolo Ángel González lancia un’ironica invettiva contro un certo genere di poeti, i “novissimi” pseudoesistenzialisti degli Anni ‘70, dediti a una poesia astratta e lussuosa, pura, estetica, centrata più sull’arte che sulla vita: un attacco frontale in piena regola, senza risparmiare alcun colpo. Tutto il contrario di quello che lui stesso mette in pratica di solito: “Scrivere una poesia: riempire d’acqua un otre. / Delicatamente, i segni / si deformano, si allargano, / esprimono ciò che vogliono / la brezza, il sole, le nuvole, / si distendono, si tendono, finché / l’uomo che li guarda – / – calato il vento, / alta la luce – / o vede il suo volto / o – trasparenza pura, profondo / fallimento – non vede nulla”.
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ILLUSTRAZIONE DI CHRISTIAN SCHLOE
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia sei tu / disse un poeta / – ed era certamente vero – / guardando il dizionario.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Mostra di alcuni procedimenti narrativi
Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
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