domenica 12 ottobre 2014

Nella grande pianura

 

UMBERTO BELLINTANI

IO CARA MI ESPANDO NELLA GRANDE PIANURA

Io cara mi espando nella grande pianura
ed estasiato l'ammiro, e questo vento…
che qui mi batte sopra il petto è tutto il vento
che quelle rupi d'alti monti ha valicato col suo fragore.
Popoli e popoli di mucche raduno e spingo a un mare
che lungi alto biancheggia, più lontano
dell'aldilà dell'aldilà da dove gira
per il ritorno splendente la cometa.
Oh ma questa vita ha bisogno di spazi ampi come l'universo,
e di tremende notti, e di burrasche dove
il grandioso mare s'esprima per tornare
indi in bonaccia per dirci come immenso
è il suo respiro.
E l'usignolo, mia vita, l'usignolo?
Là nella notte canta quando al bosco
è fragoroso il silenzio e più non c'è
chi veglia nei borghi e le città.
Canta. E il suo cantare, amore,
è firmamento stellato.
O gorgheggiare antico e nuovo della gran solitudine,
io parlo al trampoliere quando al sole sosta sulle sabbie
in punta all'isola remota, alla balena
io sempre parlo e al murmure sonoro
delle incantate foreste. Sono
io uomo del passato e del futuro,
e non v'è canto che non oda né lamento
che non mi giunga fragoroso d'armonie
in questo d'ombre notturne vagolare
ed albeggiare della luce che principia
il suo clamore…
È la mia pianura ancor più vasta e sonora d'un gran mare.
E qui ti parlo e non v'è cosa
che io non senta grandiosa e il contemplare
in quest'immenso respirare d'una lucciola
appena o d'una fronda
io confondo immortale il mio respiro.

(da Nella grande pianura, 1998)

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Le ombre della sera, il silenzio, le solitudini della campagna sono molto spesso protagoniste delle poesie di Umberto Bellintani, uomo della grande pianura, della Bassa mantovana attraversata dal Po tra pioppeti e golene. In quella vastità in cui non appare neppure un’altura a smuovere il paesaggio e dove le montagne sono tanto lontane da confondersi con le nuvole, il poeta si trova come l’officiante di una messa della natura, in una perfetta armonia dove il suo respiro e quello di una lucciola hanno la medesima valenza.

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FOTOGRAFIA © GRASSO83

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LA FRASE DEL GIORNO
Dio ha fatto la campagna e l'uomo ha fatto la città.
WILLIAM COWPER, Il compito




Umberto Bellintani (Gorgo di San Benedetto Po, 10 maggio 1914 – San Benedetto Po, 7 ottobre 1999), poeta italiano. Diplomatosi in scultura, prese parte alla Seconda guerra mondiale in Grecia e Albania, finendo prigioniero dei tedeschi dal 1943 al 1945. Esordì nel 1953 con Forse un viso tra mille, cui seguì nel 1955 E tu che mi ascolti. Dopo un lungo periodo di silenzio pubblicò nel 1998 Nella grande pianura.

3 commenti:

Paolo ha detto...

Cazzo! Questo è un grande poeta. Vedo di suoi libri.

DR ha detto...

Lascio un link ad altri testi: http://www.scritub.com/limba/italiana/UMBERTO-BELLINTANI2223121019.php

Paolo ha detto...

Grazie! Nelle librerie on line non ho trovato nente