giovedì 20 giugno 2013

Il cafarnao delle carni

 

EUGENIO MONTALE

SULLA SPIAGGIA

Ora il chiarore si fa più diffuso.
Ancora chiusi gli ultimi ombrelloni.
Poi appare qualcuno che trascina
il suo gommone.
La venditrice d'erbe viene e affonda
sulla rena la sua mole, un groviglio
di vene varicose. È un monolito
diroccato dai picchi di Lunigiana.
Quando mi parla resto senza fiato,
le sue parole sono la Verità.
Ma tra poco sarà qui il cafarnao
delle carni, dei gesti e delle barbe.
Tutti i lemuri umani avranno al collo
croci e catene. Quanta religione.
E c'è chi s'era illuso di ripetere
l'exploit di Crusoe!

(da Diario del '71 e del '72, Mondadori, 1973)

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"Ritirata sul margine della vita, essa ascolta soltanto la propria eco nelle rifrazioni che questa le rimanda": così scriveva Giorgio Zampa di Diario del ’71 e del ’72, raccolta da cui è tratta questa poesia di Eugenio Montale, scelta con altri testi per indicare una chiave di lettura nella traccia per la maturità 2013 intitolata al rapporto tra individuo e società di massa. Siamo ormai sul finire dell'agosto 1972 - la poesia è datata 30 - e Montale in una spiaggia versiliana cerca la tranquillità dell’alba con uno snobismo che gli deriva non solo dall’età ma da uno stile di vita che sempre lo ha contraddistinto. In quel paesaggio semideserto scrive il suo "verbale" di vita, ciò che è diventata la poesia per lui da Satura in poi. Se la fruttivendola ambulante che arriva con la sua cesta di erbe e verità ancestrali non nuoce alla sua illusione di essere un novello Robinson Crusoe su un’isola deserta, certo non sarà gradita al poeta la massificazione pop che riempirà la spiaggia quando il sole sarà già alto nel cielo.

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Alba a Lignano Sabbiadoro

FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
La società di massa si vede ad occhio nudo e si sperimenta nella vita quotidiana: le strade sono affollate, così come i mezzi di trasporto, le spiagge, i locali pubblici e via discorrendo. La nostra vita quotidiana si svolge immersa nella massa, ed è sempre più pesantemente condizionata da quest'ultima. La massa non è dunque un concetto astratto di cui si occupino specialisti di saperi esoterici, bensì una realtà esperita quotidianamente, spesso dolorosamente, sempre faticosamente, dall'uomo della strada.
MASSIMO CORSALE, L’autunno del Leviatano




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.

2 commenti:

Vania ha detto...

..l'umana gente.

..bello leggere questa poesia!

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

io mi sento molto montaliano... mi piacciono i luoghi deserti, non frequentati