lunedì 5 luglio 2010

Montale e il treno

EUGENIO MONTALE

ADDII, FISCHI NEL BUIO, CENNI, TOSSE

Addii, fischi nel buio, cenni, tosse
e sportelli abbassati. È l'ora. Forse
gli automi hanno ragione. Come appaiono
dai corridoi murati!
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- Presti anche tu alla fioca
litania del tuo rapido quest'orrida
e fedele cadenza di carioca? -

(da Le occasioni, 1939)

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Una stazione, un treno che parte nella sera. E il muoversi meccanico delle ruote. Nient’altro. Eppure Eugenio Montale ne ottiene una poesia di puro suono mescolando i rumori.

Anche lì il poeta va in cerca dei momenti importanti della vita, di quegli attimi imprevisti nei quali è possibile almeno intravedere un diverso manifestarsi della realtà, nei quali è forse possibile afferrare un atomo di eternità, trovare un senso all’esistenza, differire dagli “automi” che procedono incessanti senza porsi domande. Quei momenti sono “Le occasioni” che danno il titolo alla raccolta e che segnano tutta la poetica di Montale come un filo rosso che la attraversi, quelli che negli “Ossi di seppia” sono “silenzi in cui le cose / s’abbandonano e sembrano vicine / a tradire il loro ultimo segreto”…

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Angelo Morbelli, "La Stazione Centrale di Milano, 1889"

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LA FRASE DEL GIORNO
Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.

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