Il crollo dei sei piani dell'Archivio cittadino di Colonia il 3 marzo scorso, dovuto, a quanto pare, agli scavi per la metropolitana, è stato una tragedia che è costata la vita a tredici persone.
La più grande opera d'arte non vale la più misera delle vite, però ora, sepolte le sfortunate vittime, gli studiosi tedeschi si trovano a dover fare i conti anche con il disastro culturale che questa tragedia rappresenta: le immagini delle macerie rammentano alla memoria dei tedeschi le fotografie dei bombardamenti alleati, quelle dei libri lacerati e sparsi tra la polvere rievocano il fantasma dei libri bruciati dai nazisti.
Ridotti in cenere, consumati, danneggiati dall'acqua, distrutti dal crollo sono mille anni di storia della città e migliaia e migliaia di documenti: lettere di Marx e di Hegel, manoscritti di Jacques Offenbach e di Napoleone e, addirittura, un'«opera omnia», quella dello scrittore Heinrich Böll, autore di "Opinioni di un clown", "L'onore perduto di Katharina Blum", "Foto di gruppo con signora", premiato con il Nobel per la Letteratura nel 1972. Tutta la sua vita di scrittore non esiste più: le sue carte, centinaia di scatole che contenevano anche manoscritti inediti e ottantamila lettere, erano state acquistate dall'Archivio di Colonia neanche un mese fa per 800.000 euro. La digitalizzazione e il riversamento su microfilm non erano ancora iniziati. L'unica consolazione è il fatto che l'edizione delle sue opere complete in 27 volumi, prevista per il 2010, è stata condotta sugli originali ora distrutti per sempre.
© Raimond Spekking / CC BY-SA 4.0 (via Wikimedia Commons)
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LA FRASE DEL GIORNO
L'arte è pagata o troppo o troppo poco.
HEINRICH BÖLL, Opinioni di un clown
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