Il 10 maggio 1933, in Piazza dell'Opera a Berlino, i nazisti bruciarono migliaia di libri "contrari allo spirito tedesco" sotto gli occhi compiaciuti e luciferini di Joseph Göbbels. Dopo quel giorno, altri roghi di libri furono organizzati in tutta la Germania. Tristemente presago fu un verso scritto un secolo prima da Heinrich Heine: "Dove si bruciano i libri, prima o poi si finisce con il bruciare gli uomini". Auschwitz, Dachau, Mauthausen, Bergen-Belsen distano solo pochi anni da quella notte berlinese.
A Gräfeling, non lontano da Monaco di Baviera, c'è un ex consulente immobiliare che ha organizzato una notevole biblioteca, raccogliendo in trent'anni di ricerche presso mercatini, negozi di antiquariato e collezionisti privati ben 12.000 volumi: sono le stesse edizioni di quei libri che i nazisti bruciarono.
L'uomo si chiama Georg Salzmann e ricorda il bibliotecario che nel romanzo di Carlos Ruiz Zafon "L'ombra del vento" custodisce il Cimitero dei Libri Dimenticati. Nella sua casa, stipate in librerie, ammassate sul pavimento, impilate sui tavoli ci sono quelle opere rare di Heinrich Mann, Stephan Zweig, Alfred Döblin, Kurt Tucholsky e di decine di altri autori messi all'indice dal regime hitleriano. La sua passione ebbe inizio un giorno del 1976, quando dovette tenere ad un circolo di bibliofili una relazione su Ernst Weiss, scrittore di origini ebree: fu quello il primo degli esemplari salvati, scovato da un rigattiere. "La letteratura dei libri bruciati non deve essere dimenticata, altrimenti i nazisti l'avranno avuta vinta" spiega il bibliofilo tedesco.
Ora Salzmann ha venduto alla Commissione Cultura del parlamento bavarese la sua biblioteca, valutata 800.000 euro. Sarà ospitata dalla vicina Università di Augusta, che dovrà sottostare ad un'unica condizione: renderla accessibile a tutti.
Piazza dell'Opera, luogo del misfatto, dopo la guerra ha cambiato nome: ora si chiama Bebelplatz e cela nel sottosuolo una biblioteca vuota, realizzata dall'artista Micha Ullmann, a rappresentare una specie di contrappasso dantesco. Per non dimenticare...
La biblioteca vuota di Bebelplatz, oggi
Foto: Jensen
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LA FRASE DEL GIORNONon certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia.
MILAN KUNDERA, L'insostenibile leggerezza dell'essere
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