martedì 6 maggio 2008

Gozzano e l'ignota


GUIDO GOZZANO

AD UN'IGNOTA


Tutto ignoro di te: nome, cognome,

l'occhio, il sorriso, la parola, il gesto;
e sapere non voglio, e non ho chiesto
il colore nemmen delle tue chiome.

Ma so che vivi nel silenzio; come
care ti sono le mie rime: questo
ti fa sorella nel mio sogno mesto,
o amica senza volto e senza nome.

Fuori del sogno fatto di rimpianto
forse non mai, non mai c'incontreremo,
forse non ti vedrò, non mi vedrai.

Ma più di quella che ci siede accanto
cara è l'amica che non mai vedremo;
supremo è il bene che non giunge mai!


La poesia di Gozzano è una poesia del desiderio: "Non amo che le cose / che non sono state. / Non amo che le rose / che non colsi" sono i versi, tratti dalla poesia "Cocotte", che potrebbero essere posti ad epigrafe di tutta la sua poetica. Egli "avrebbe potuto amare" la prostituta del ricordo che abitava nel villino estivo accanto a quello dei suoi genitori quando aveva sei anni; o ancora l'amica di Nonna Speranza, Carlotta, vista in una vecchia fotografia conservata in uno scrigno di legno; o ancora la ragazza Graziella che appare su una salita a bordo di una bicicletta e che saluta l'amica che è con il poeta.
Non poteva perciò disdegnare la protagonista di questo sonetto, raccolto nelle "Poesie sparse": neppure la conosce, non ne vuole sapere né il nome né il colore dei capelli. Gli basta sapere da qualcuno che gli ha parlato di lei, che vive come in un romitaggio e che ama leggere le sue poesie. Gli basta questo per chiamarla "amica" e "sorella", identificandosi nel suo malessere, quel "sogno mesto" che sa tanto di poesia crepuscolare.



Dipinto di Fernand Toussaint


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LA FRASE DEL GIORNO
L'immaginazione si può paragonare al sogno di Adamo: si svegliò e lo trovò vero.
JOHN KEATS, Lettera a Benjamin Bailey, 22 novembre 1817




Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – 9 agosto 1916),   poeta italiano, fu il capostipite della corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti, accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto". Morì di tisi a 32 anni.


2 commenti:

Unknown ha detto...

"L'immaginazione è più grande della conoscenza.
La conoscenza è limitata.
L'immaginazione abbraccia il mondo" Albert Einstein

DR ha detto...

"Di logica e di ragione moriamo, continuamente; di immaginazione viviamo."

William Butler Yeats

Naturalmente, detto da un poeta...