Lo scrittore Luigi Malerba è morto ieri notte a Roma. Era nato a Berceto, nel Parmense, nel 1927, ed aveva raggiunto la capitale, attratto dalle opportunità offerte dal cinema e dalla radio. Era una figura atipica nella letteratura italiana del Novecento: i suoi romanzi, a partire da "Il serpente", uscito nel 1963, prima opera di grande respiro dopo i racconti di "La scoperta dell'alfabeto", rivelano uno spiazzamento sia nei contenuti sia nella struttura. Del resto Malerba partecipò alla neoavanguardia del Gruppo '63.
Il suo romanzo più famoso è certo “Il serpente”: racconta la storia di un mitomane, un uomo che per riempire la propria vita si inventa il "canto mentale", un passatempo elucubratorio che fa passare per amici i clienti e i fornitori del suo negozio, che lo spinge a sottoporre la donna amata a un esame radiologico per ricercare tracce di tradimento dentro di lei, salvo lasciar scoprire ai lettori - qui sta la grandezza di Malerba - che anche la donna è inventata.
L'assurdo e il grottesco caratterizzano per larghi tratti la bibliografia di Malerba: basti citare "Protagonista", il cui personaggio principale è un membro virile animato da un furore di violenza e di inseminazione: vorrebbe nella sua smania possedere tutta Roma, espandersi fino a diventare un serpente che le si attorciglia intorno.
L'assurdo e il grottesco caratterizzano per larghi tratti la bibliografia di Malerba: basti citare "Protagonista", il cui personaggio principale è un membro virile animato da un furore di violenza e di inseminazione: vorrebbe nella sua smania possedere tutta Roma, espandersi fino a diventare un serpente che le si attorciglia intorno.
Piuttosto copiosa è la produzione degli ultimi anni, caratterizzata però dall'approccio ad un ordine stilistico, sempre presentando personaggi lunatici e stravaganti con ironico acume ed eleganza, come si può apprezzare da questo brano, tratto da "La superficie di Eliane", del 1999:
Ci sono nella vita delle sicurezze improvvise e definitive, incontri di sensi e sentimenti che immediatamente si proiettano nei gironi profondi dell'anima. L'illuminazione che si raggiunge con lo Zen deve essere qualcosa di simile a ciò che ho provato io nei pochi istanti della sua apparizione, con la differenza che nel mio caso non si trattava di un vuoto simulacro mentale perché avevo davanti agli occhi il soggetto vivente che mi aveva illuminato. Sapevo che da qualche parte esisteva questa donna, l'avevo già vista con gli occhi del desiderio, e adesso eccola qui sotto le mie diottrie emotive al caffè dell'aeroporto di Zurigo. Una folgore cremisi e nera come i fiori del suo vestito e la luce del suo sguardo. Ecco, mi sono detto, la sua immagine resterà stampata per sempre nella mia memoria, questo incontro è un miracolo della natura quando la natura allunga su di te la sua mano amica. Del cuore io non parlo per pudore, anche perché non mi pare che i grandi sentimenti stiano da quelle parti.
Una summa ideologica delle sue tematiche si può desumere invece da "La composizione del sogno", edita nel 2002:
C’è un luogo dove accadono le cose più strane, dove il tempo e lo spazio sono oggetto di una beffa continua, dove convivono il tragico, il grottesco, l’assurdo. Questo luogo è il sogno. A metà strada tra preistoria e fantascienza, il sogno è anche il luogo di tutte le ambiguità, l’anagrafe di tutti i fantasmi che popolano la nostra mente, lo spazio dove si incontrano persone e cose della vita ma che più spesso esistono solo lì e non hanno alcun riscontro nella realtà. Come le figure di un film sullo schermo, le immagini del sogno si dissolvono con l’arrivo della luce. Talora non lasciano tracce sensibili e svaniscono nel nulla, in altri casi si imprimono profondamente nella memoria e ci perseguitano per giorni o per anni. Quali sono i rapporti dell’uomo con i propri sogni? E di quali messaggi i sogni sono messaggeri? Fino dai tempi più remoti l’uomo ha tentato di attribuire un significato alle immagini che gli apparivano durante il sonno. Ne è nata una lunga avventura interpretativa che attraversa i secoli alla ricerca dei segni e degli indizi capaci di dare, per mezzo dei sogni, un significato nuovo o diverso alle vicende della realtà quotidiana. Questa ricerca di un significato viene dunque esercitata proprio nel luogo dell’insensato e dell’arbitrario, una “zona d’ombra” dove agiscono gli stimoli provenienti dai sottolivelli della coscienza. Ma bisogna mettere in conto la facilità con cui si presta a una interpretazione simbolica tutto ciò che appare avvolto in un alone fantastico e privo di coerenza logica.
Luigi Malerba a Piazza del Popolo - Fotografia: Elisabetta Catalano
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LA FRASE DEL GIORNO
L'uomo è un'enorme palude. Quando lo prende l'entusiasmo è come se in un punto di quella palude vedessimo tuffarsi nell'acqua verde una piccola rana.
FRANZ KAFKA, Frammenti del Diario
Luigi Malerba, pseudonimo di Luigi Bonardi (Pietramogolana, 11 novembre 1927 – Roma, 8 maggio 2008), scrittore e sceneggiatore italiano. Ha fatto parte della neoavanguardia sperimentalista del Gruppo 63. Tra i suoi romanzi più noti si ricordano: La scoperta dell'alfabeto, Il serpente, Salto mortale, Dopo il pescecane, Testa d'argento, Il fuoco greco, Le pietre volanti e Itaca per sempre. Ha inoltre scritto con Tonino Guerra storie per ragazzi e bambini.
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