L'ansia regolamentatrice dell'Unione Europea sta per colpire ancora: dopo la misura minima per cui una zucchina o una banana possano chiamarsi tali, dopo i colori delle bandiere, ora tocca alle lingue. Quella che sembra una guerra al maschilismo idiomatico, ma che in realtà è un altro ridicolo esercizio dei burocrati di Bruxelles, esce dall'opuscolo "Gender-Neutral Language".
Secondo questa bella pensata, che vorrebbe togliere al linguaggio la patina che lo definisce nei generi maschile e femminile, alle deputate europee inviti, lettere, missive, plichi devono essere inviati senza l'indicazione pertinente Miss, Mrs., Frau, Fraulein, Madame, Mademoiselle, Signora, Signorina, Señora, Señorita. E la cortesia? Quella certamente a Bruxelles e a Strasburgo non risiede. Dai tempi dei Romani, in quelle terre sono barbari.
Ma non finisce qui: gli anglosassoni sono furibondi. Nella trovata del "Gender-Neutral Language" vengono aboliti anche vocaboli di uso comune, da sostituire spesso con lunghe perifrasi: non si possono più chiamare gli sportivi "sportsmen", sono genericamente "athletes"; gli statisti - "statesmen" - diventano "political leaders"; l'aggettivo "man-made", fatto dall'uomo, diventa "artificial" o "synthetic", che poi non lo rispecchia fedelmente. Gli inglesi vanno a perdere anche gli amati "firemen", i pompieri, e i "male nurses", gli infermieri. Di riflesso sono privati delle "hostess", delle "manageress" e delle "usherettes", le maschere dei cinema.
Come per l'italianizzazione tentata dal fascismo si scade in effetti di una comicità dirompente. Il linguista Gianluigi Beccaria commenta: "Ogni lingua è una convenzione e una tradizione e va accettata così com'è senza tentare di razionalizzarla. Se si cominciasse a mettere mano a qualche lingua, la si dovrebbe riformare non solo su questo piano, ma anche su quello morfologico. Ma la lingua non è un computer".
E allora viva la sentinella, che sia un soldato o una soldatessa. E viva Miss Marple e Madame Bovary. Viva Mr. Hyde e il Signor Rossi. Vive la différence!
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LA FRASE DEL GIORNO
Le lingue, come le religioni, vivono di eresie.
MIGUEL DE UNAMUNO
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