Dunque, bellezza ed emozione caratterizzano la poesia. Ma caratterizzano anche certe canzoni ben riuscite. Queste canzoni sono poesia, allora?
Direi di no: infatti, sono un "unico" formato da musica e testo, come anima e corpo, e secondo me inscindibile. Se togliamo la musica, questa non sopravvive, non riesce a rivaleggiare non dico con l'Adagio in Sol di Albinoni ma neppure con i temi da film di Ennio Morricone. Se isoliamo il testo, questo non riesce a competere con la vera poesia: è un bel componimento molte volte, questo sì, ma schiavo della forma-canzone, con le sue rime obbligate e le sue tronche deputate a seguire il ritmo. Sono testi nati per essere cantati, non per essere letti. Credo che, analogamente, arduo è musicare una poesia: lì, la melodia si deve sottomettere al testo. Quando si recitano versi, generalmente si pone in sottofondo un anonimo tappeto musicale, uniforme e sfuocato.
Che a Franco Battiato sia andato il Premio Montale nel 1999 non può che essere un'eccezione: e infatti i testi del cantautore catanese dal 1996 sono scritti dal filosofo Manlio Sgalambro. Se prendiamo la canzone più famosa di quel periodo, "La cura", tratta da "L'imboscata" e la leggiamo come una poesia, ci sorprendiamo negativamente: non è bella come la canzone:
"Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via,
dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai..."
Meglio con un pezzo meno famoso inserito nello stesso album, "Serial killer":
"Mentre al riparo di un faggio
anelo alla felicità delle foglie
sfilano lontane carovane
e il mio sogno è perfetto
mi vedo riflesso sulle acque del lago
sogno pomeridiano di un fauno
che si sveglia..."
Certo, ciò non toglie che alcuni cantautori siano più "poetici" di altri, tanto che i loro testi sono stati inseriti, forse per un gusto giovanilistico, nelle antologie scolastiche. Bob Dylan, premiato con il Pulitzer quest'anno per i suoi testi, sembra essere quanto di più vicino ci sia a un poeta tra i moderni cantanti, simile ai menestrelli del Duecento e del Trecento. Apprezzabile, ma senza disgiungere i due elementi di testo e musica. Così tra gli italiani il già citato Franco Battiato, Francesco De Gregori, Fabrizio De André, Ivano Fossati e Luigi Tenco, alcune intuizioni di Mogol. E ancora la collaborazione tra Lucio Dalla e il poeta bolognese Roberto Roversi, confluita nell'album "Automobili", che contiene "Nuvolari"; segnalerei anche il periodo dialettale di Enzo Jannacci, che coniuga il grottesco e la malinconia dei balordi in una forma vernacolare che rimane di per sé già "borderline" nella poesia.
Il problema della canzone dunque sembra essere quello del facile approccio, dell'immediatezza della sua diffusione e della ricerca del più vasto pubblico possibile. Da qui deriva anche una tendenza alla facile memorabilità, alla gradevolezza di primo acchito, che spesso cade nel sentimentalismo se non nell'idiozia fine a se stessa.
Mario Luzi, in un'intervista dell'aprile 2000, spiegò bene la differenza tra il testo di una poesia e quello di una canzone: "Uno è intuitivo, l'altro di riporto. Ci sono canzoni molto belle, ma non ci sono collusioni fra loro e la poesia. Quando ho detto queste cose, ho ricevuto dai cantanti parecchi insulti mascherati, soltanto Francesco De Gregori ha capito".
Marsha Hammel, "Piano and guitar"
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LA FRASE DEL GIORNO
Quando qualcuno cerca allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa fuori di quella che cerca, e che egli non riesca a trovar nulla, in sé, perché pensa unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non aver scopo.
HERMANN HESSE, Siddharta
2 commenti:
luogo dolcissimo Varenna...se si riesce a cogliere il giorno giusto (di sole, ma poco affollato) c'è davvero di che inebriarsi...
Il consiglio è sempre quello di fare turismo lontano dalle date di grande richiamo. Ma anche di domenica si possono trovare posticini deliziosamente poco popolati. E magari mangiare un panino con la coppa comperato nel negozietto di alimentari davanti alla chiesa.
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