Il campo del vasaio segna, in questo ultimo romanzo di Andrea Camilleri, un duplice piano di lettura: è il “critaru”, il terreno argilloso che fornisce la materia prima per costruire vasellame, dove viene rinvenuto il cadavere di un uomo smembrato in trenta pezzi; ma è anche il simbolo del tradimento: nel vangelo di Matteo i sacerdoti, con i trenta denari gettati nel tempio da Giuda prima di andare a impiccarsi, decidono di comprare il “campo del vasaio” per destinarlo alla sepoltura dei forestieri.
E il tradimento - dell’amicizia in questo caso, perché il commissario Montalbano si trova a dover fronteggiare la macchinazione del suo vice e amico Mimì Augello - permea tutte le pagine: Montalbano stesso tradisce la fidanzata storica Livia con l’amica svedese Ingrid e tradisce anche il fido Fazio, lasciandolo all’oscuro e usandolo per redimere Mimì. Tradisce infine anche il tempo, che continua a scorrere inesorabile e inquieta Montalbano, che a cinquantotto anni pensa alla vecchiaia ed è incline alla malinconia e alla commozione.
Divertente un “cameo” dello stesso Camilleri: Montalbano legge un suo libro, “La scomparsa di Patò” e ne trae l’intuizione per risalire all’evangelico “campo del vasaio”: una piccola scatola a sorpresa.
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LA FRASE DEL GIORNO
Non cercare di sfoggiare il coraggio quando basta l’intelligenza.
PAULO COELHO, Il cammino di Santiago
Andrea Calogero Camilleri (Porto Empedocle, 6 settembre 1925), scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo italiano. Ha esordito nella narrativa con il romanzo Il corso delle cose (1978). Nel 1994 con La forma dell'acqua ha dato vita alla fortunata serie del commissario Montalbano, proseguita con numerosi romanzi e racconti.
2 commenti:
il "campo del vasaio" di Gerusalemme!
Sono stata in quel luogo particolare, più di 20 anni fa.
Un luogo dove il tempo appare fermo, immobile: vi aleggiava la forte sensazione che nulla fosse mai cambiato, nè sarebbe potuto mai cambiare.
Ho visitato una piccolisima bottega di vasaio, dove la creta ancora era forgiata ad un piccolo tornio a mani nude.
Già... il tempo... altri luoghi, in quel viaggio me l'hanno fatto vivere in questo modo: intangibile, eppure così concreto...
La fotografia abbinata alle tue note, mi ha fatto ritrovare per un attimo quella stessa atmosfera.
Le persone che mi avevano accompagnato in quel viaggio, ora non ci sono più - ma il tempo, da qualche parte si è fermato, come in attesa...
ed è lì, che i ricordi si fanno ancora più vividi: magià solenne ed immutata, di quella terra lontana. (grazie, per questa piccola/grande emozione)
Luciana
Sì, il bello del ricordo è che prescinde dal tempo, è un momento sospeso, un ponte che collega le strade delle nostre vite.
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