Lo scorso 15 aprile all’Hospital Clinico de Magallanes a Punta Arenas è scomparso il poeta cileno Marino Muñoz Lagos, amico di Pablo Neruda e di Francisco Coloane. Nato nel 1925 a Machlan, si trasferì nel sud nel 1948 per rimanervi e diventare la voce della poesia australe: “Quanti amano questa terra non dimenticano gli elementi essenziali che la fanno imprescindibile: la distanza, il colore, la solitudine, il vento, la neve”. Elementi naturali e atmosferici che permeano la sua poesia, abitata da marinai e navigatori di lungo corso e dal paesaggio magellanico del sud del Cile.
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VECCHI POETI DEL MARE
Amo i vecchi poeti
che ci parlano di porti diversi
e di bar singolari,
di pianole dall’alto delle alte
muraglie e voci di paesi lontani
tra bicchieri di rum,
birre spumeggianti
e una pugnalata ben assestata.
Questi poeti tornano sui loro passi
e hanno il compito di darci un mare
di vecchie litografie.
Eppure è affascinante viaggiare
verso quei porti
dove i bar diventano
gli azzurri pontili della nostalgia.
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PERDONATE I TRADITORI
Quando d’inverno
si mangiavano le prime castagne
e la pioggia era
una ragazza che giungeva
sui vetri,
rincorrevi i tuoi figli
uno a uno e faccia a faccia,
e indovinando i loro sogni
o i tuoi, dicevi
con segreta speranza: "medico,
ingegnere, donna di casa, contadino,
albero, spiga, poeta".
Madre: ti abbiamo tradito.
Siamo i più celebri
vagabondi della terra.
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BAR COSMOPOLITA
Arriviamo al bancone come una nave
che accosta al molo.
Il bar respira il fumo azzurro
di svariati tabacchi
e a mala pena riusciamo a scorgere
i gesti della cameriera.
Si parla di lunghi viaggi
e gli avventori più ubriachi
si guardano nei fantasmi che sorgono
dagli specchi rotti.
All’improvviso si apre una porta
a un colpo di vento
e tutti ci vediamo navigare
in un mare di tenebre
verso la più spaventosa ubriachezza.
(da I volti della pioggia, 1970)
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LA FRASE DEL GIORNO
Abitiamo la nostalgia come se fosse una vecchia casa.
MARINO MUÑOZ LAGOS, I volti della pioggia
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