UMBERTO SABA
ULISSE
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per sfuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
(da Mediterranee, Mondadori, 1946)
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Tra i versi più celebri del poeta triestino Umberto Saba vi sono questi dedicati a Ulisse, all’Ulisse che è dentro ognuno di noi, a quello capace, come il protagonista del XXVI canto della Divina Commedia, di affrontare l’avventura del vivere e del sapere: “E volta nostra poppa nel mattino, / de' remi facemmo ali al folle volo”. Saba, da ragazzo, terminato il ginnasio, abbandonò gli studi alla Regia Accademia di Commercio e Nautica e si imbarcò come mozzo su un mercantile che navigava tra i porti della costa adriatica: fu il suo peregrinare come quello di Ulisse, fino al momento in cui accettò la vita per quello che è, ritornando così nella sua Itaca, nella coscienza di sé.
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FRANZ HÜNTEN, “SHIPPING ON THE BOSPHORUS”
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LA FRASE DEL GIORNO
Fu come un vano / sospiro / il desiderio improvviso d’uscire / di me stesso, di vivere la vita / di tutti, / d’essere come tutti / gli uomini di tutti / i giorni!
UMBERTO SABA, Canzoniere
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