mercoledì 21 maggio 2014

Il limpido stupore dell’immensità

 

GIUSEPPE UNGARETTI

VANITÀ

Vallone il 19 agosto 1917

D’improvviso
è alto
sulle macerie
il limpido
stupore
dell’immensità

E l’uomo
curvato
sull’acqua
sorpresa
dal sole
si rinviene
un’ombra

Cullata e
piano
franta

(da L’Allegria, 1931)

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È sempre difficile penetrare nell’ermetismo dei primi testi di Giuseppe Ungaretti, ma in questo caso la chiave di lettura data dal titolo è chiarissima: la vanità, la condizione di caducità della vita umana, l’apparenza del suo valore, la fragilità, la sua piccolezza di fronte all’eterno, all’immensità dell’universo. E quest’uomo che all’improvviso si trova ad osservare la sua ombra riflessa in uno specchio d’acqua, si bilancia tra le macerie lasciate dalla guerra – un altro segno della precarietà del vivere – e il balenare della sua immagine riflessa nella pozza, mai ferma nel frangersi delle onde mosse dalla brezza.

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Riflessi

FOTOGRAFIA © FLICKR-MAN

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LA FRASE DEL GIORNO
Volti al travaglio / come una qualsiasi / fibra creata / perché ci lamentiamo noi?
GIUSEPPE UNGARETTI, L’Allegria




Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


2 commenti:

Vania ha detto...

..ho "usato" anche io Ungaretti oggi.


...che dire..per fortuna ci sono poeti/uomini che hanno lasciato ottima eredità.

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

ho visto. Ungaretti è uno dei grandissimi del '900