PIEDAD BONNETT
CANZONI DELL’ASSENZA, 2
Né i sogni, dove il tuo viso ha tutte le forme della felicità,
né il sole che tanto amo sul mio corpo nudo,
né la gradevole canzone dell’antico trovatore innamorato,
né il verso di Darío né il verso di Quevedo,
né questa luna che brilla con splendore di salvadanaio,
né il tuo nome pronunciato da altri,
né l’eco dei miei passi nella immensa cattedrale deserta,
né il rosaio che pianto con le mie mani e mi fa sanguinare le dita,
né le notti insonni,
né il tuo dolce ritratto menzognero,
né il tempo – questo falsario dai mille volti -
possono calmare la mia pena di non vederti.
(da Círculo y Ceniza, 1989)
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L’assenza genera molte poesie – basta digitare il termine nella casella di ricerca di questo blog per averne pagine e pagine. E ora si aggiunge la poetessa colombiana Piedad Bonnett con questa sua dichiarazione di doloroso desiderio: niente può surrogare la mancanza dell’amato, non c’è alcuna illusione che la possa in qualche modo lenire.
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MAYA N, “LONELY WOMAN”
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LA FRASE DEL GIORNO
Non c’è cicatrice, per quanto brutale paia, che non racchiuda bellezza.
PIEDAD BONNETT, Explicaciones no pedidas
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