NIKOLAUS LENAU
SULLO STAGNO CHE NON SI MUOVE
Sullo stagno che non si muove
indugia il mite chiarore lunare,
intreccia le sue pallide rose
nella verde corona di canne.
Là sul colle errano i cervi
guardano nella notte, al cielo;
si agitano talora gli uccelli,
sognanti nel fitto canneto.
il mio sguardo si china piangendo
e un pensiero soave di te mi percorre
il fondo dell’anima, come in silenzio
una preghiera di notte.
(da Poesie, 1832 - Traduzione di Roberto Fertonani)
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Il poeta romantico tende a isolarsi, “imprigionandosi nel santuario della sua sensibilità personale” come nota Émile Faguet. E un santuario è questo scorcio naturale per il poeta austriaco Nikolaus Lenau: lo stagno, il canneto, le colline sanno infondergli quiete, gli consentono di staccarsi per qualche istante dalla società di cui è insoddisfatto, dai tormenti della sua inquietudine. Il rifugio nella natura è un tratto comune a tutti gli esponenti del Romanticismo: tutto vi trova una nuova lettura.
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CASPAR DAVID FRIEDRICH, “DER TRÄUMER”
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LA FRASE DEL GIORNO
Nulla della Natura mi è indifferente: la odio e l’adoro, esattamente come una donna.
JULES MICHELET
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